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Siria: Annan, alcuni governi ostacolano processo pace

Coinvolgere Iran in soluzione. Bisogna agire ora

22 giugno, 19:06

(ANSAmed) - NEW YORK/GINEVRA, 22 GIU - "Alcuni governi stanno mettendo in pericolo il processo di pace in Siria, rischiando di scatenare una lotta distruttiva nel Paese": lo ha detto l'inviato speciale delle Nazioni Unite e della Lega Araba, Kofi Annan.

L'Iran deve far parte di quel gruppo di Paesi chiamati a lavorare per una soluzione della crisi in Siria, ha detto ancora Annan, che ha anche annunciato una conferenza internazionale sulla Siria in svizzera a fine giugno. "E' necessario il sostegno di tutta la comunità internazionale per risolvere la situazione in Siria, e per questo sono stato in questi giorni in diverse capitali del mondo per parlare dei prossimi passi per l'attuazione del piano di pace". "Stiamo discutendo - ha aggiunto - per organizzare una conferenza in Svizzera alla fine del mese di giugno".

Il mio desiderio personale - ha spiegato Annan - è di fare appello a tutti i combattenti affinché depongano le armi per il bene del popolo". L'inviato speciale ha quindi ribadito come la situazione umanitaria continui a deteriorarsi ogni giorno.

"Ora sono 1,5 milioni i siriani che necessitano di assistenza", ha spiegato, sottolineando come servano 180 milioni di dollari da inviare nel Paese, mentre sinora ne sono stati raccolti solo 42,7 milioni.

Annan ha spiegato anche di aver contattato direttamente il governo di Damasco per chiedere che la popolazione civile intrappolata ad Homs abbia la possibilità di essere rilasciata.

''Bisogna agire ora - e' l'appello che Annan ha lanciato alla comunita' internazionale. Quello in Siria non può essere un processo senza fine". "Più tempo aspettiamo - ha aggiunto - più il futuro della Siria sarà nero". L'inviato speciale dell'Onu e della Lega Araba in Siria, Kofi Annan, ha spronato dunque la comunità internazionale ad aumentare la pressione su Damasco e si difende dalle critiche per l'esito finora deludente del suo piano. "Quando si parla di mediazione, il mio mandato deriva dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. E questo Consiglio può sempre decidere di fare qualcosa di diverso e intraprendere nuovi passi. Io sono solo un 'agente' dell'organismo dell'Onu".

Il capo degli osservatori Onu in Siria, generale Robert Mood, da Ginevra dove ha affiancato Annan nella sua conferenza stampa, si è detto "per nulla convinto che aumentare il numero di osservatori o decidere di armarli possa migliorare la situazione". Anche se dal 16 giugno scorso hanno sospeso le attività a causa delle peggiorate condizioni di sicurezza, gli osservatori dell'Onu in Siria continuano a lavorare nel Paese, ha aggiunto.

"Continuiamo a lavorare per telefono con le diverse parti ed alcune pattuglie si recano negli ospedali per valutare la situazione", ha detto. (ANSAmed).

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