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Siria: nel Kurdistan turco 'guerra dietro la guerra'

Offensiva ribelli del Pkk, quasi 150 morti in 15 giorni

06 agosto, 18:08

(di Francesco Cerri) (ANSAmed) - ANKARA, 6 AGO - Quasi 150 morti in due settimane e un ulteriore forte rischio di contagio regionale: e' la 'guerra dietro la guerra' che si e' risvegliata nel Kurdistan turco all'ombra del sanguinoso conflitto siriano.

Ankara ufficialmente minimizza, con il sostegno della grande stampa governativa. Ma dal 23 luglio qualcosa sta succedendo nel sud-est del paese, e soprattutto nell'area di Semdinli, nel Kurdistan turco al confine con Siria, Iraq e Iran. Il governo del premier islamico nazionalista Recep Tayyip Erdogan parla di una operazione militare contro i ''terroristi'' del Pkk, il Partito dei Lavoratori Curdi, il gruppo armato separatista in lotta da 30 anni contro lo stato turco. La zona degli scontri e;' chiusa ai giornalisti, e anche ai deputati dell'opposizione, che hanno cercato ieri di recarsi nei villaggi attorno a Semdinli. Diversi quotidiani pero' riferiscono che i ribelli curdi hanno lanciato una offensiva in grande stile, con centinaia di uomini, per cercare di scatenare una ''Primavera Curda'' sull'onda delle tensioni sulla vicina Siria. Non e' un 'mordi e fuggi', come negli scontri precedenti. I guerriglieri del Pkk non si ritirano, nonostante le perdite subite. Secondo il ministro degli interni turco Naim Sahin 130 uomini del Pkk sono stati uccisi nei combattimenti dal 23 luglio. E' chiaro quindi che non sono state scaramucce isolate. Ieri otto soldati turchi sono stati morti negli assalti a tre avamposti militari nella vicina area di Cukurca condotti, secondo la stampa di Ankara, da 200-300 guerriglieri. Secondo il giornale governativo Sabah negli attacchi sarebbero stati usati lanciarazzi Rpg7 forniti al Pkk dal Mukhabarat, i servizi siriani. Erdogan dopo l'attacco ha accusato Damasco. Sempre secondo Sabah, altri 700 miliziani curdi sono pronti a entrare in Turchia dalle loro basi nel Nord Iraq.

Stando ad alcuni analisti il Pkk avrebbe stretto una alleanza in chiave anti-turca con il potere siriano. Il regime di Damasco, secondo il governo turco, avrebbe consegnato al partito curdo siriano Pyd, vicino al Pkk, il controllo di cinque province del nord lungo la frontiera con la Turchia. In risposta Ankara ha minacciato di inseguire i ''terroristi'' anche oltre il confine siriano e ha organizzato manovre, con il dispiegamento di mezzi corazzati e tank, lungo quel tratto di frontiera. Secondo Milliyet la grande offensiva del Pkk punta a breve a prendere il controllo di una fetta del territorio turco, ''a issare la propria bandiera anche se solo per qualche giorno'', e insieme ad alleggerire la pressione militare di Ankara - che appoggia i ribelli sunniti siriani anti-Assad - sulla frontiera con la Siria vicino ad Aleppo, dove e' in corso una battaglia 'decisiva' fra governo e i ribelli sunniti siriani appoggiati da Ankara. Ma l'obiettivo strategico finale del nuovo comandante del Pkk Murat Karayilan e' ottenere quanto gia' conquistato in Iraq - dove il Nord ricco in petrolio e' governato dal curdo Massoud Barzani - e presto lo sara' in Siria (una regione curda sembra inevitabile quale che sia l'esito della guerra civile): un Kurdistan turco autonomo.(ANSAmed).

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