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Siria: Usa pensano di distruggere le armi chimiche in mare

Nyt: verrebbero dissolte o incenerite su chiatta in Mediterraneo

20 novembre, 21:21

(ANSAmed) - NEW YORK, 20 NOV - Le armi chimiche del regime siriano potrebbero infine essere distrutte in mare, su una nave o una chiatta speciale, nelle acque del Mediterraneo. Lo hanno detto varie fonti, dopo il ''no'' di Norvegia e Albania e in mancanza di altri possibili "candidati". L'operazione, hanno detto, ''e' tecnicamente possibile'' e non comporta grandi difficolta'; anche se grandi rischi sono invece comunque in agguato per il trasferimento del materiale altamente tossico dai siti di stoccaggio fino all'eventuale porto di imbarco, passando attraverso zone che sono in piena guerra civile.

Secondo quanto hanno detto al New York Times alti funzionari americani, si tratta di una possibilita' che viene attentamente considerata dagli Stati Uniti e che prevede due opzioni. Una si basa sull'allestimento di cinque inceneritori su una chiatta, dove ad una temperatura di 2.700 gradi verrebbero distrutti tutti i materiali base per la realizzazione di armi chimiche.

L'operazione durerebbe un paio di mesi e non coinvolgerebbe aziende o personale Usa, anche se il Pentagono, con navi e aerei da ricognizione, potrebbe aiutare a garantire la sicurezza nelle acque internazionali dove la chiatta sarebbe situata.

La seconda opzione prevede l'uso di un sofisticato sistema mobile del Pentagono chiamato Field Deployable Hydrolysis System, che potrebbe essere operativo entro 10 giorni dall'eventuale allestimento sempre su una chiatta o su una nave.

Si tratta di due opzioni che sono state confermate anche da un funzionario dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) che, a sua volta protetto dall'anonimato, ha sottolineato che non e' stata ancora presa alcuna decisione.

Una notevole forma di opposizione potrebbe pero' giungere dalle associazioni ambientaliste e anche da alcuni Paesi del Mediterraneo, specie nel caso venisse usato il processo di elettrolisi che secondo gli esperti produrrebbe una grande quantita' di fluidi tossici. Resta inoltre il rompicapo di come trasportare oltre mille tonnellate di materiali e componenti per armi chimiche - attualmente stoccati in container da una o due tonnellate - passando in una regione montuosa dove le forze lealiste e quelle ribelli si combattono ferocemente. Nei giorni scorsi le forze del regime siriano hanno affermato che se ne occuperanno loro e sembrano in grado di farlo, ma secondo analisti di intelligence e Pentagono un convoglio militare rischia comunque di essere attaccato da ribelli o terroristi desiderosi di crearsi un proprio arsenale di gas letali.

Sembra improbabile che al Qaida o le forze d'opposizione abbiano la capacita' per realizzare gas letali partendo dagli elementi base ma, in ogni caso, il convoglio e' un obiettivo lento e quindi difficile da difendere. Un funzionario americano citato in forma anonima dal Nyt ha sottolineato che ''nessuno ha mai provato a fare un trasporto del genere durante una guerra civile e nessuno vuole fornire truppe per proteggere quella roba, compresi noi''. Un altro funzionario ha sostenuto che ci sono due possibilita': ''O lasciamo quella roba dove sta e speriamo bene, o la portiamo via e speriamo bene. E questa e' l'opzione meno peggio''. (ANSAmed).

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