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Ramadan di sangue da Gaza al Califfato di Mosul

Domani festa dell'Eid conclude un mese sacro segnato da guerre

28 luglio, 09:15

(di Elisa Pinna).

(ANSAmed) - ROMA, 28 LUG - Un Ramadan mediorientale di sangue, di guerre, di sconvolgimenti quello che lunedì, al sorgere della luna nuova, si concluderà con la festa dell'Eid el Fitr, quando oltre un miliardo e mezzo di musulmani nel mondo celebreranno la fine del tempo del digiuno e della preghiera. In molte parti del Medio Oriente, il clima sarà difficilmente di gioia: dalla guerra di Gaza all'apparire del nuovo Califfato in Siria e in Iraq, il nono mese del calendario islamico, cominciato intorno al 27-28 giugno, non ha portato né meditazione, né perdono - come prescrive il Corano - quanto piuttosto morte e un susseguirsi di conflitti e violenze dagli esiti imprevedibili e che potrebbero mutare il volto stesso della regione.

GAZA - Il Ramadan si è aperto in Israele e nei Territori palestinesi con il ritrovamento il 30 giugno scorso dei cadaveri dei tre ragazzi ebrei rapiti vicino a Hebron, le centinaia di arresti di palestinesi in Cisgiordania e, a seguire, l'adolescente palestinese bruciato vivo da estremisti ebrei. E' l'inizio della nuova escalation di guerra. Dalla Striscia, Hamas comincia a sparare razzi contro Israele, in gran parte intercettati dallo scudo Iron Dome, e il governo di Benjamin Netanyahu decide una risposta militare dura, prima con bombardamenti su Gaza poi con l'invasione di terra del 18 luglio scorso. Più di mille sono le vittime palestinesi, morti sotto i colpi israeliani, per lo più civili, donne e bambini, un numero incalcolabile i feriti e o mutilati, 180 mila gli sfollati. La Striscia, in cui una popolazione di un milione e 800 mila di persone è intrappolata, si presenta come una distesa di macerie, da cui sale - dicono i testimoni - un odore di morte.

Sul fronte opposto tre sono i morti civili e 43 finora i militari israeliani che hanno perso la vita. Mentre la diplomazia internazionale cerca di raggiungere una tregua duratura per Gaza, anche la situazione in Cisgiordania si sta intanto incendiando, con scontri e morti, mentre si acuiscono pure le tensioni interne a Israele tra maggioranza ebraica e minoranza araba. IRAQ - I jihadisti dell'Isis (Stato Islamico dell'Iraq e del Levante) proclamano, il giorno di inizio del Ramadan, la nascita di un nuovo califfato e cambiano il proprio nome in Is, o Stato Islamico, dopo avere conquistato, in un'avanzata inarrestabile e costellata da stragi efferate di centinaia di soldati iracheni, Mosul, la seconda città del Paese. Dalla grande moschea di Mosul, il primo venerdì del mese sacro, si presenta al mondo come nuovo califfo il capo dell'Is, Abu Bakr al Baghdadi, promettendo conquiste che arriveranno fino a Roma. A Mosul cominciano i pogrom di cristiani e di curdi; vengono rasi al suolo i mausolei sacri delle tre religioni monoteiste e viene imposta una sharia crudele. Il governo di Baghdad appare incapace a far fronte alla minaccia.

SIRIA - Durante il Ramadan, Assad viene rieletto presidente e giura il 16 luglio per il terzo mandato settennale. La guerra (che in quattro anni è costata la vita a 170 mila persone e la distruzione di gran parte del paese) prosegue senza sosta, con uno scontro sempre più diretto tra l'esercito lealista e i jihadisti dell'Is, al ritmo di centinaia di morti al giorno. LIBIA - Il Ramadan è stato caratterizzato da un'escalation di scontri e violenze tra le diverse milizie per il controllo di Tripoli e del suo aeroporto nonché dalla guerriglia endemica a Bengasi tra jihadisti e i seguaci del generale Haftar. Solo a Tripoli nelle ultime due settimane si registrano quasi 100 morti. Gli Stati Uniti e altri Paesi occidentali hanno evacuato le proprie ambasciate e chiesto ai loro cittadini di lasciare il Paese. Attentati, minacce terroristiche sono all'ordine del giorno in EGITTO, alle prese con i jihadisti del Sinai oltre che con l'opposizione della Fratellanza musulmana, in YEMEN e in Paesi considerati più tranquilli come la TUNISIA dove, durante il Ramadan, sono stati uccisi in una sola imboscata 14 soldati. Per l'Eid, la fine de mese sacro che è anche uno dei cinque pilastri dell'Islam, sono di solito previste grandi cene e processioni fuori dalle moschee; è l'ora della condivisione e dei doni ai bambini. L'Eid è anche il momento del perdono e dell'esame di coscienza, precetto che, nel Medio Oriente in fiamme, sarà per molti difficile da adempiere. (ANSAmed).

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