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Raid Usa contro Isis in Siria. Obama, sventato complotto

Uccisi 120 jihadisti. Pentagono, è solo l'inizio

23 settembre, 18:54

Il presidente Usa Obama parla dei raid in Siria Il presidente Usa Obama parla dei raid in Siria

(ANSAmed) - ROMA - "Abbiamo sventato un complotto di al Qaida in Siria contro gli Stati Uniti e i nostri alleati": lo ha detto il presidente Usa, Barack Obama, commentando i primi raid della coalizione guidata dagli Usa contro gli jihadisti in Siria.

Le forze Usa hanno condotto azioni in Siria e Iraq per mettere in chiaro che "non tollereremo che ci siano rifugi per i terroristi che minacciano la nostra gente", ha proseguito il presidente, sottolineando che ''non e' una guerra che riguarda solo l'America''. "Il nostro piano" contro l'Isis "ha l'appoggio della maggioranza bipartisan al Congresso", ha detto ancora Obama prima di recarsi a New York dove incontrerà leader arabi che fanno parte della coalizione. Il presidente ha promesso che gli Usa continueranno a costruire una coalizione per uno sforzo globale nella lotta allo stato islamico. Di questa coalizione farà parte anche la Turchia, ha annunciato il segretario di Stato, John Kerry. Ankara 'sarà in prima linea nella lotta contro l'Isis', ha detto Kerry.

"Non esiteremo" a colpire ancora in futuro, ha ammonito Obama.

Gli F-22, gli aerei da caccia stealth più avanzati degli Stati Uniti, hanno fatto il loro debutto in un ruolo da combattimento nei raid Usa in Siria. Lo ha confermato il generale William Mayville durante un briefing al Pentagono. Non abbiamo e non impegneremo truppe di terra in Siria, ha ribadito il generale Mayville. E le indicazioni iniziali sono che i raid di ieri sera in Siria hanno avuto ''successo''. Lo afferma il portavoce del Pentagono, John Kirby, sottolineando peraltro che i raid Usa di ieri sono ''solo l'inizio''."Non e' possibile sapere quale sara' la durata delle operazioni" in Siria e in Iraq, ha scritto Obama in una lettera al Congresso.(ANSAmed).

Circa 120 miliziani jihadisti e qaedisti sono stati uccisi oggi nei raid aerei condotti in Siria dalla coalizione guidata dagli Stati Uniti. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), che fornisce un bilancio complessivo delle vittime della Jabhat an Nusra, ala qaedista siriana, e dello Stato islamico. Gli Stati Uniti sono passati dunque all'azione: aerei da combattimento, bombardieri e missili Tomahawk lanciati dalle navi che incrociano nella regione hanno colpito nel corso della notte obiettivi nel nord del Paese. "Le forze militari Usa e delle Nazioni partner stanno conducendo azioni militari contro terroristi dell'Isis in Siria", ha reso noto il portavoce del Pentagono, ammiraglio John Kirby, aggiungendo che "poiché le operazioni sono in corso non siamo al momento in posizione di fornire altri dettagli".

Tuttavia, altre fonti della difesa Usa hanno affermato che le "nazioni partner" che partecipano "in pieno" sono l'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, la Giordania e il Bahrein.

I raid Usa contro le postazioni jihadiste sono stati avviati per prevenire "un imminente attacco contro gli Usa e gli interessi occidentali" pianificato da veterani di al Qaida, altresì conosciuti come il gruppo 'Khorasan'. Lo riferisce il comando centrale americano (Centcom) citato dalla Bbc.

Ecco perché anche i qaedisti di Khorasan - il gruppo descritto dalla stampa americana come più pericoloso dello Stato Islamico - sono state colpite dai raid della coalizione. Il quotidiano panarabo al Hayat, sul suo sito Internet, precisa che i bombardamenti hanno colpito basi di Khorasan a ovest di Aleppo. I raid aerei hanno poi centrato alcune postazioni dell'Isis nella provincia a maggioranza curda di Hasake, nel nord-est siriano. Lo riferiscono fonti concordanti e testimoni locali interpellati dall'ANSA via Skype. Le fonti confermano quanto riferito in precedenza dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria. Alla coalizione si aggiungerà presto la Gran Bretagna. Il governo britannico è infatti pronto a compiere raid aerei in Iraq contro i jihadisti dell'Isis. E' quanto rivela il Daily Telegraph, che cita fonti del ministero della Difesa. Secondo il giornale, il premier David Cameron dovrebbe annunciare la partecipazione britannica nel corso dell'Assemblea generale dell'Onu a New York. Fonti del partito conservatore affermano inoltre che il premier convocherà il Parlamento questa settimana per approvare l'intervento militare.

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