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Isis:ex ministro Siria,accordo con Usa per lotta a jihadisti

Lettere Kerry a Muallin. 20 miliardi da Riad e Doha a qaedisti

23 ottobre, 18:46

Raid aerei contro le postazioni Isis a Kobane Raid aerei contro le postazioni Isis a Kobane

(ANSAmed) - ROMA - Circa 20 miliardi di dollari sono arrivati dall'Arabia Saudita e dal Qatar, passando anche per le banche del Kuwait, per finanziare l'Isis e Nusra, i due gruppi qaedisti in Siria. Lo sottolinea Mahdi Dahlala, ex ministro dell'Informazione siriano ed ex ambasciatore di Damasco a Riad, molto vicino al presidente Assd e in questi giorni in Italia per un convegno organizzato dall'associazione Assadakah a Cagliari.

Il Qatar in particolare, aggiunge, "interviene quando media per la liberazione degli ostaggi dei miliziani": come nel caso, precisa, degli oltre 40 uomini dell'Onu sequestrati a settembre sulle Alture del Golan. "Il Qatar è intervenuto con una messinscena per pagare 45 milioni di dollari", di fatto "un finanziamento per Nusra". E così, prosegue, anche per le suore rapite a Maalula, "liberate per 300 milioni". Mentre la Turchia finanzia l'Isis comprando "il petrolio siriano ed iracheno" e "ospita tre campi di addestramento sul suo territorio". Certo, risponde Dahlala, la più recente comparsa dell'Isis sulla scena ha creato una nuova comunanza di interessi tra il governo di Assad e e la coalizione internazionale guidata dagli Usa e formata dai suoi storici nemici nel mondo arabo. Ma le prime vittime dell'Isis sono proprio i soldati siriani "massacrati" e gli stessi sunniti siriani fra i quali il gruppo si è insediato. "Ma una coalizione contro l'Isis si è creata solo quando è diventato un pericolo per il mondo intero".

Ora comunque, conclude, "abbiamo un coordinamento per la sicurezza con gli Usa e gli altri Paesi", seguito all'accordo con la Siria realizzato "con più di una lettera" del segretario di stato Usa Kerry al ministro degli esteri siriano Muallen.

Lettere il cui contenuto era limitato, precisa, "alla lotta al terrorismo" e non alla situazione politica in Siria.

A intervenire al convegno di Cagliari, domani e il 15, sarà anche il deputato libanese Ali Fayad, del partito sciita Hezbollah. "L'Isis rappresenta una minaccia esistenziale per il Libano - sottolinea Fayad - e la sua società pluralista, perchè ha nella sua agenda il califfato e la negazione di tutte le minoranze, dai drusi ai cristiani. Combatterlo è dunque un nostro dovere perchè, sottolinea, il partito politico di Hezbollah "non ha un programma islamico è ma vicino alla socialdemocrazia europea, rispetta la Costituzione e crede in uno stato democratico e non confessionale". E per gli stessi motivi, conclude, la sua ala militare combatte non solo "contro l'occupazione israeliana" ma anche come alleato di Assad in Siria, contro la divisione di quel Paese e la sua trasformazione in uno stato confessionale. Ma per la crisi siriana va trovata "una soluzione politica, senza l'interventi stranieri".

(ANSAmed).

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