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Isis: madre sfida jihadisti e riporta figlia a casa da Raqqa

Partita per sposare miliziano, giovane ora a processo in Olanda

21 novembre, 18:56

(ANSAmed) - BRUXELLES, 21 NOV - Cattolica osservante, s'è messa il velo islamico per salvare la figlia 19enne. E ha raggiunto Raqga, la 'capitale' dello Stato Islamico, pur di riportarla a casa. Mesi prima infatti, dopo essersi convertita all'Islam radicale, la giovane aveva fatto perdere le sue tracce, e poi era volata in Siria per sposare un mujaheddin. E' la storia di una signora olandese, Monique, una sorta di 'madre coraggio' che per amore della figlia ha sfidato l'Isis.

Le due donne sono tornate sane e salve a Maastricht, dove oggi la ragazza - Sterlina, che aveva adottato il nome islamico di Aisha - è comparsa davanti ai giudici per rispondere di "terrorismo" e "minaccia alla sicurezza dello Stato". A raccontarne la storia sono i media olandesi, secondo i quali la giovane Aisha era partita per la Siria per sposare uno dei 130 jihadisti partiti dall'Olanda per combattere sotto le bandiere nere del 'califfo'.

Un amore che sarebbe nato dalla tv: pare che la sera del 26 gennaio scorso la ragazza si fosse infatuata di un ex militare, tale Omar Yilmaz, da mesi combattente in Siria contro Assad. "Lo ha visto come una specie di Robin Hood", racconta sgomenta la madre. Quindi ha deciso di cercarlo sui social media e una volta trovato ha deciso di raggiungerlo per sposarlo. Ma qualcosa - rivela il tabloid olandese Algmeen Dagblad (Ad) - andò storto, il piano matrimoniale fallì e forse la ragazza entrò in pericolo. Fatto sta che dalla Siria contattò la mamma Monique. Quest'ultima la settimana scorsa è volata in Turchia, da dove ha attraversato la frontiera ed è riuscita a incontrare la figlia Raqqa, e riportarla a casa passando sempre per la Turchia. Tuttavia, c'è chi mette in dubbio la veridicità della ricostruzione: Roger Bos, rappresentante della Procura, ha detto alla tv olandese che la madre non ha mai messo piede in Siria ed è probabile che abbia solo aspettato la figlia alla frontiera.

(ANSAmed).

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