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Terrorismo: Mogherini, con islam serve dialogo

Allarme foreign fighters sul tavolo ministri Esteri

19 gennaio, 09:47

(ANSAmed) - BRUXELLES, 19 GEN - "Quello del terrorismo non è un problema tra occidente e islam: abbiamo bisogno di un'alleanza coi nostri partner e di dialogo". Lo ha detto l'Alto rappresentante della Politica estera dell'Ue, Federica Mogherini, arrivando oggi al Consiglio dei ministri degli Esteri che ha in agenda come rispondere alla sfida fondamentalista dopo gli attentati di Parigi.

La riunione dei responsabili delle diplomazie europee si svolge in un clima caratterizzato dalla presenza all'esterno dei palazzi che ospitano le istituzioni Ue, per la prima volta, di uomini delle forze armate belghe chiamati a garantirne la sicurezza. E da una febbrile attività di servizi segreti e inquirenti finalizzata a neutralizzare la minaccia rappresentata dalle cellule dormienti costituite soprattutto dai foreign fighter, ovvero persone con passaporto Ue andate a combattere in Siria con le forze dell'Isis e poi tornate in patria.

Proprio al fenomeno dei foreign fighters e agli strumenti per contenere al massimo i rischi che esso comporta sarà dedicata la prima parte dei lavori del Consiglio. Non è prevista l'adozione di misure specifiche, ma sicuramente i 28 ministri degli Esteri - che avranno in mattinata un incontro anche con il segretario della Lega Araba Nabil El Araby - cercheranno di dare nuovo impulso alla collaborazione tra i servizi di intelligence nazionali. In particolare per quanto riguarda lo scambio di informazioni. Un aspetto, come emerso anche in occasione degli attentati di Parigi, che richiede ulteriori passi affinché possa contribuire pienamente alla lotta al terrorismo. Più in generale, come ha sintetizzato una fonte europea, "non si tratta di adottare nuovi interventi, ma di stringere i tempi per mettere in pratica quanto già proposto". Tra le misure in 'stand by' anche l'istituzione del registro comune dei nomi dei passeggeri dei voli (Pnr), specie per i collegamenti tra Paesi Ue e Paesi terzi a rischio. Un fronte sul quale il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha recentemente incalzato il Parlamento europeo, dove la relativa proposta di direttiva è bloccata da tempo a causa di problemi legati alla privacy.

E' poi quanto meno probabile che in occasione del Consiglio Esteri il Belgio rilanci la sua richiesta di convocare formalmente un vertice Ue, in occasione della riunione informale già prevista per il 12 febbraio, per parlare a livello di leader della minaccia rappresentata dal terrorismo di matrice jihadista. E che i 28 facciano il punto sulla collaborazione con la Turchia, Paese cerniera tra Europa e i territori occupati dalle forze dell'Isis. Dopo la riunione del Consiglio Esteri la parola passerà alla Commissione Ue, che mercoledì farà il punto della situazione nel corso della riunione settimanale del collegio. Un'occasione per parlare anche di Schengen e del rafforzamento dei controlli alle frontiere esterne, tema che sarà poi sicuramente affrontato dalla riunione dei ministri dell'interno e della giustizia che si terrà a fine mese a Riga.

(ANSAmed).

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