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Emirati ad Onu, creare 'Gruppo di contatto' contro Isis

Piu' consultazioni con tutte le parti, organizzazioni regionali

26 febbraio, 18:24

Il primo ministro degli Emirati Arabi Uniti  Sheikh Mohammed bin Rashid al-Maktoum Il primo ministro degli Emirati Arabi Uniti Sheikh Mohammed bin Rashid al-Maktoum

(di Alessandra Antonelli) (ANSAmed) - DUBAI - Spedita una flotta di F-16 nelle basi in Giordania per riprendere le operazioni dirette contro Daesh all'indomani della brutale esecuzione del pilota hashemita arso vivo, gli Emirati Arabi Uniti (Eau) caldeggiano tuttavia all'Onu la carta della diplomazia, con una iniziativa in cinque punti e un obiettivo: coordinare la cooperazione internazionale intorno ad un "Gruppo di contatto per la lotta agli estremismi" che faciliti il dialogo con tutte le parti ? terroristi compresi.

Gia' lo scorso settembre lo sceicco di Dubai Mohammad bin Rashid Al Maktoum, anche vice presidente e primo ministro degli Eau, aveva parlato in un lungo intervento sulla stampa a sua firma della necessita' di vincere la battaglia intellettuale contro Daesh - cosi' come si e' deciso nella regione di chiamare l'Isis per arginare l'uso "improprio" dell'aggettivo islamico - tanto quanto di vincere quella militare.

Il ministro degli esteri emiratino Anwar Gargash, ha illustrato durante il dibattito aperto al Consiglio di Sicurezza come il Gruppo di contatto sarebbe complementare a, e rafforzerebbe, la coalizione anti-Daesh di cui gli Eau fanno parte.

Perni essenziali della strategia sono un maggior coinvolgimento del Consiglio di sicurezza, con più consultazioni con gli stati interessati per includere ogni possibile prospettiva, e maggior spazio e supporto alle organizzazioni regionali, il cui ruolo e' essenziale nel sistema di sicurezza internazionale.

Sottolineando come i costi umani nell'attuale status quo siano "insostenibili", Gargash ha spiegato che il fine ultimo dell'iniziativa e' quello di dimostrare che "Daesh non e', ne' puo' essere, la risposta alle domande del nostro tempo e della nostra regione" mettendo a nudo l'inadeguatezza politica, sociale ed economica dei territori sotto il loro controllo. Allo stesso tempo occorre serrare le fila, uniti, senza "farsi distrarre dai settarismi" nella lotta comune contro l'Isis, muovendosi con attenzione perche' siano rispettate sia la liberta' di espressione sia i veri valori dell'Islam.

La lotta intellettuale, linguistica e diplomatica all'Isis e' gia' iniziata da qualche mese. I paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo, cosi' come Gran Bretagna e Francia, hanno concordato la sostituzione dell'acronimo Isis - Stato Islamico dell'Iraq e della Siria - con Daesh, per non avvalorare l'erronea associazione tra l'organizzazione terroristica e l'Islam.

Ahmad Al Tayeb, grande imam di Al Azhar, la piu' importante istituzione religiosa ed accademica dell'islam, ha ribadito nei giorni scorsi durante una conferenza contro il terrorismo che si è svolta in Arabia Saudita, che "gli estremismi nascono da una sbagliata interpretazione del Corano" e si e' appellato agli stati musulmani perche' riformino le loro scuole e universita' per contenere il diffondersi di ideologie viziate.(ANSAmed).

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