Il ministro degli esteri della Mezzaluna Mevlut Cavusoglu ha annunciato in tv che la polizia turca aveva arrestato l'uomo che avrebbe aiutato le tre adolescenti, 15 e 16 anni, a passare il confine siriano. "E sapete chi abbiamo scoperto che era questa persona? E' risultato che lavora per l'intelligence di un paese della coalizione" anti-Isis ha spiegato Cavusoglu, senza però rivelare l'identità dell'arrestato né per chi lavori. Cavusoglu ha solo precisato che non si tratta né di Usa né di un paese Ue.
Alla coalizione aderiscono diversi stati arabi come Qatar, Arabia Saudita, Giordania, Emirati Uniti. Ma anche paesi come Canada o Australia. Cavusoglu ha detto di avere informato il collega britannico Philip Hammond: "come al solito", avrebbe commentato. La vicenda delle tre ragazze, Kadiza Sultana, Shamima Begum e Amira Abase, ha suscitato scintille nelle scorse settimane fra Ankara e Londra. Le adolescenti hanno preso un volo da Gatwick a Istanbul, attraversato indisturbate la Turchia, sono passate in Siria. Il Regno Unito ha criticato i turchi, che hanno replicato accusando gli inglesi di avere lanciato l'allarme con tre giorni di ritardo. Lo stesso premier David Cameron ha smentito. Il presidente islamico turco Recep Tayyip Erdogan è stato più volte accusato di avere consentito relazioni ambigue con i gruppi jihadisti in Siria, di averli aiutati, con l'ossessione di fare cadere Bashar al-Assad per sostituirlo con i Fratelli Musulmani, di avere lasciato aperte le 'autostrade della jihad'.
E' quindi con chiara soddisfazione che Cavusoglu ha annunciato il presunto coinvolgimento di uno 007 di un paese della coalizione. Una notizia da prendere con prudenza, nel complicato gioco di disinformazione che si snoda attorno al conflitto di Siria e Iraq, che vede attivi attorno alla porosissima linea di confine i servizi di diversi paesi, alcuni sospettati di avere aiutato i jihadisti prima di salire sul carro della Coalizione. Proprio oggi ad Ankara è arrivato a sorpresa l'emiro del Qatar Tamim Bin Hamad al-Thani per parlare con Erdogan. Turquia e Qatar sono i due paesi che Damasco accusa più duramente di avere innescato il bagno di sangue in Siria, appoggiando e armando la ribellione sunnita. La visita interviene in una fase delicata del conflitto in Siria e Iraq. L'Isis appare in difficoltà. I jihadisti sono stati sconfitti dalle milizie curde e sciite, con l'aiuto dell'Ira e l'appoggio aereo della coalizione, a Kobane e a Tikrit. La Turchia, rimasta ai margini della coalizione, teme ora che le zone occupate dall'Isis cadano ora sotto controllo sciita. Nelle ultime settimane Erdogan e al-Thani si sono riavvicinati a Ryhad. Il nuovo re Salman cerca di ricostituire il vecchio 'asse sunnita' coinvolgendo anche l'Egitto per controbilanciare la crescita di influenza di Teheran.(ANSAmed).