Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Algeria: la nuova meta della diaspora siriana

Profughi sono ormai 35 mila, molti vivono d'elemosina

19 marzo, 15:08

(di Diego Minuti) (ANSAmed) - ROMA, 19 MAR - Sono ormai trentacinquemila e molti di loro vivono in condizioni di assoluta indigenza, in campi in cui le condizioni sono terribili e lungo le strade delle città più popolose, dove chiedono l'elemosina e cercano la pietà della gente. Sono i siriani che, in fuga dalla guerra che devasta il loro Paese, hanno scelto l'Algeria, chi come temporaneo luogo di accoglienza, chi, invece, sperando che sia la tappa di passaggio prima dell'Europa. Ma la maggior parte di loro vive nel dramma, non sapendo come sarà il domani, comunque migliore di un passato vissuto nel dramma della guerra e delle persecuzioni. L'Algeria si sta comportando al massimo delle sue possibilità: lo Stato ha istituito campi di accoglienza (come quelli a Sidi Fredi); la gente ha dato il via ad una catena di solidarietà, raccogliendo aiuti, spesso anche accogliendo i più poveri e fornendo loro da mangiare.

Ma ci sono altri siriani che, in fondo, non se la passano male. Sono quelli che, al primo manifestarsi dei prodromi della guerra, hanno avuto il tempo e la fortuna di monetizzare i loro averi e, quindi, arrivati in Algeria, hanno potuto acquistare una casa (soprattutto tra Algeri ed Orano) e quindi vivere normalmente. Ma sono una goccia nel mare della disperazione dei loro connazionali, che vivono ai margini delle città più grandi, nella speranza di potere raccattare pietà e solidarietà. Tutto ciò che ha un tetto e non crea difficoltà ad entravi diventa un rifugio -moschee, stazioni ferroviarie e dei tram, parcheggi, androni -anche se il freddo della notte è forte e non dà tregua.

Tra i profughi moltissime sono le donne e spesso le si vede in strada ad elemosinare. I proprietari di negozi e grandi magazzini chiudono un occhio quando le vedono entrare nei loro esercizi, tendendo la mano ed appellandosi alla solidarietà tra musulmani. Le poche monete che raccolgono (cento dinari valgono meno d'un euro) servono a comprare latte e pane per i bambini e poco altro. Il problema dell'arrivo dei profughi siriani è vecchio di tre anni, ma solo da pochi mesi le autorità algerine, messa da parte la pietà, hanno cominciato a indagare su come abbiano potuto raggiungere l'Algeria, ben lontana dall'agognata Europa, scoprendo l'esistenza di una vasta organizzazione che li fa arrivare dalla Turchia in aereo grazie a falsi passaporti turchi. Si tratta di documenti spesso contraffatti in modo grossolano, ma non in modo tale da farli immediatamente riconoscere come falsi, che i profughi acquistano per 700 dollari ciascuno. Una cifra per loro esorbitante, comunque più bassa di quella che spendono coloro che tentano le strade infide del Mediterraneo per arrivare in Europa. Tra coloro che giungono in Algeria con passaporti falsi ci sono ora molti giovani che hanno in testa solo una cosa: raggiungere l'Europa. (ANSAmed).

© Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati