(ANSAmed) - NEW YORK, 14 APR - L'orrore per i crimini compiuti
dall'Isis non conosce limiti. Cosi' un rapporto dell'Onu
denuncia come la violenza sessuale su donne e bambine sia oramai
una pratica sistematica dei militanti dell'estremismo islamico,
una vera e propria "tattica del terrore" messa in atto dagli
uomini del califfato contro la popolazione civile in Siria e in
Iraq. E Boko Haram, in Nigeria, non è da meno. Quello delle
Nazioni Unite è un vero e proprio grido di dolore, lanciato nel
giorno in cui si è diffusa la terribile notizia della bambina di
9 anni, appartenente alla comunità yazida, che in Iraq è stata
violentata dagli estremisti rimanendo incinta. "Il 2014 e' stato
caratterizzato da notizie profondamente angoscianti su stupri,
matrimoni forzati e schiavitù sessuale" di cui si sono resi
colpevoli gruppi estremisti in Siria, Iraq, Nigeria, Somalia e
Mali, spiegano gli esperti dell'Onu. Secondo il dossier, la
violenza sessuale "è parte della tattica applicata dallo stato
islamico e altri gruppi terroristici per diffondere il terrore,
perseguitare le minoranze etniche e religiosa e cancellare
intere popolazioni che si oppongono alla loro ideologia". Tanti
gli esempi fatti nel rapporto. Tra questi quello che mostra come
sia stata usata come strategia di reclutamento la promessa agli
aspiranti jihadisti di dare in premio una donna della comunita'
Yazida tra i 18 e i 35 anni. E ancora, le stime delle Nazioni
Unite affermano che circa 1.500 civili sono state trasformate in
schiave del sesso dal Califfato. Anche in Siria l'Onu ha
registrato un significativo aumento dei casi segnalati di
violenza sessuale commessi da gruppi terroristici e soprattutto
dall'Isis dalla meta' del 2014. (ANSAmed).