(ANSAmed) - BEIRUT, 19 AGO - Una vita interamente dedicata, e infine sacrificata, alla sua Palmira, la citta' dove era nato 81 anni fa. Per le sue ricerche di studioso e il suo lavoro durato quattro decenni come direttore del sito archeologico della 'Sposa del deserto', Khaled al Asaad, decapitato ieri dall'Isis, si e' guadagnato il soprannome di 'Mr. Palmira', come lo ha definito oggi Amr al Azm, un ex dirigente del Dipartimento dei musei e della antichita' siriane, attualmente docente in una universita' americana. Nato nel 1934 a Tadmur - il nome arabo di Palmira, derivato da quello originale aramaico di Tadmor, che significava appunto 'palma' - Al Asaad si era laureato nel 1962 all'Universita' di Damasco, per cominciare l'anno dopo a lavorare presso il Dipartimento dei musei e delle antichita' come responsabile dei progetti di studio e ricerca. Proprio nel 1963 venne nominato direttore del sito archeologico e del museo di Palmira, carica che avrebbe retto fino al 2003.
Tra il 1962 e il 1966, ricorda oggi l'agenzia governativa Sana, Al Asaad partecipo' ad una importante campagna di scavi che permise il recupero di una parte della Via Colonnata romana e la scoperta di diverse tombe. Dopo il pensionamento, ha continuato a lavorare come esperto nel Dipartimento dei musei e delle antichita', oltre che nelle sue collaborazioni con studiosi stranieri. Tra i suoi libri, citati anch'essi dalla Sana, figurano 'Le sculture di Palmira', 'I principali scritti tadmurici a Palmira e nel mondo' e 'Zenobia, regina di Palmira e dell'Oriente', dedicato alla sovrana che nel III secolo dopo Cristo sfido' l'impero romano, venendo alla fine sconfitta. Prima che i miliziani dello Stato islamico si impadronissero di Palmira, nel maggio scorso, Al Asaad aveva collaborato ad evacuare e a mettere in salvo numerosi reperti custoditi nel museo locale. Poi, nonostante i consigli di amici e colleghi che cercavano di convincerlo ad andarsene per non correre rischi, ha scelto di rimanere a Palmira. Oggi tra gli studiosi circola l'ipotesi che proprio per cercare di costringerlo a rivelare l'ubicazione di eventuali nascondigli di reperti nei territori sotto il controllo dell'Isis, l'anziano archeologo sarebbe stato arrestato dai jihadisti circa un mese fa. E alla fine barbaramente assassinato.