"Tali atti costituiscono un crimine di guerra, e i responsabili dovranno rispondere delle loro azioni", tuona in un comunicato il direttore generale dell'Unesco, Irina Bokova, che parla di "una perdita considerevole per il popolo siriano e l'umanità" a causa del vandalismo estremista. "La distruzione sistematica dei simboli che incarnano la diversità culturale della Siria rivela le vere intenzioni di tali attacchi - aggiunge - che privano il popolo siriano del suo sapere, della sua identità e della sua storia", afferma ancora la Bokova, sollecitando la comunità internazionale a "fare prova di unità di fronte al protrarsi di questa pulizia culturale", nella convinzione che "malgrado gli ostacoli e il fanatismo, la creatività umana prevarrà". Parole simili giungono anche dal governo italiano, che auspica un intervento a tutela del patrimonio culturale a rischio in Medio Oriente. "Certamente c'è il dovere di intervenire per tutelare i beni culturali. È molto difficile farlo nelle zone di guerra ma si può fare nelle zone a rischio ed in quelle immediatamente liberate dal conflitto", ha detto da Rimini il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.
Anche il ministero degli Esteri francese ha voluto esprimere la sua "condanna" per la distruzione del prezioso reperto. "Le distruzioni commesse dall'Isis contro siti storici e religiosi importanti in Siria e in Iraq confermano la volontà del gruppo terrorista di annientare la diversità culturale multimillenaria del Medio Oriente", sottolinea il Quai d'Orsay, ribadendo l'impegno della Francia "a favore della preservazione" di questa diversità religiosa minacciata. (ANSAmed).