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Sì di Obama a navi Nato anti-scafisti nel Mediterraneo

E ad Hannover annuncia l'invio di altri 250 militari in Siria

26 aprile, 09:29

(di Rosanna Pugliese) (ANSAmed) - BERLINO, 26 APR - La stabilizzazione della Libia è al centro del tavolo fra Europa e Usa. Ad Hannover, al G5 informale convocato ieri da Angela Merkel in occasione della visita di Barack Obama, è stato prioritario un tema decisivo per l'Italia: e il presidente americano, secondo quanto riferito dal premier Matteo Renzi, ha dato la sua approvazione all'impiego di mezzi Nato nel Mediterraneo contro gli scafisti. Un contributo che trapela da un vertice al quale però non sarebbero state ancora prese decisioni operative, stando alla padrona di casa.

Mentre in mattinata, dalla fiera dell'Industria di Hannover, che quest'anno lo ha ricevuto come ospite d'onore, Obama ha annunciato l'invio di altri 250 soldati in Siria. Si aggiungeranno ai 50 già presenti: sono unità delle forze speciali che addestreranno i combattenti locali che lottano contro l'Isis ma non avranno compiti di combattimento, anche se aumenteranno in maniera considerevole l'impegno degli Stati Uniti nell'area. Tanto più che l'annuncio di Obama arriva una settimana dopo quello del segretario della Difesa Usa Ash Carter, che ha rivelato che altri 200 uomini delle forze speciali americane presto saranno inviati anche in Iraq, anche qui con ruoli di addestramento delle forze locali.

In un grande discorso di incoraggiamento e di riconoscimento del ruolo mondiale dell'Europa, Obama ha chiesto un maggiore impegno militare da parte degli alleati. "Il tipo di minacce che incombono nel mondo oggi non possono essere affrontate dagli Usa da soli", è stato l'avvertimento, e l'Ue adesso deve fare la sua parte. "Nato ed Europa possono fare di più in Siria e in Iraq", è stato l'appello, congiunto al monito agli Stati nazionali di investire il 2% dei loro Pil nella difesa. Un discorso vibrante, in cui la retorica obamiana si è esercitata sul senso del progetto europeo, sostenuto dagli Usa sul nascere. "Il mondo e gli Usa hanno bisogno di un'Europa forte, benestante e unita", un fattore necessario per l'ordine globale e la sicurezza internazionale, ha insistito citando Adenauer. Per poi concludere: "Potete stare certi che il vostro maggiore amico e alleato, gli Stati Uniti d'America, saranno sempre al vostro fianco. Spalla a spalla. Perché l'Europa unita, che un tempo era un sogno di pochi, oggi è una speranza di molti e una necessità per tutti noi".

Subito dopo, il vertice a cinque. È durato due ore circa: oltre a Renzi, al castello di Herrenhausen sono arrivati il presidente francese Francois Hollande e il premier britannico David Cameron, che si sono uniti al duo Merkel-Obama, già collaudato in una bilaterale, domenica, che ha ritemprato l'amicizia tedesco-americana, messa a dura prova dalle implicazioni tedesche del datagate. Seduta di nuovo al tavolo dei grandi, l'Italia "stabile" di Matteo Renzi - la sottolineatura è stata sua - ha registrato come la questione libica, collegata al tema dell'immigrazione, abbiano conquistato il primo piano: "Un cambio di direzione rispetto a ciò che accadeva un anno fa", ha commentato. "Oggi il clima è profondamente diverso", ha detto soddisfatto. "Il presidente Obama si è detto disponibile - ha poi spiegato - all'impiego di mezzi Nato per bloccare il traffico di uomini e scafisti". Un impegno importante, mentre tutta l'Europa ha nuovamente gli occhi puntati sulla rotta mediterranea, che potrebbe portare centinaia di migliaia di profughi lungo la penisola e, da qui, nel cuore d'Europa. Finita la consultazione fra i leader, in un format che Angela Merkel ha già precisato di voler valorizzare per affrontare le grandi questioni della sicurezza, Barack Obama è ripartito, chiudendo quella che è presumibilmente l'ultima visita in Germania da presidente. Un'occasione in cui il leader uscente della prima potenza mondiale ha reso omaggio alla leadership di Merkel - "sei dalla parte giusta della storia", le ha detto a proposito della politica sui profughi - e messo in guardia l'Europa dai suoi populisti - "voci sempre più forti" - e dagli "scettici" che dicono che sia destinata a fallire.

(ANSAmed).

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