(ANSAmed) - PARIGI, 21 GIU - Il gruppo francese Lafarge, uno
dei più importanti produttori mondiali di cemento, ha concluso
accordi con i jihadisti dello Stato islamico (Isis) per fare in
modo che il suo cementificio di Jalabiya, in Siria, potesse
continuare a lavorare nonostante la guerra: è quanto rivelato
oggi da un'inchiesta pubblicata in prima pagina dal quotidiano
Le Monde.
In particolare, precisa il grande giornale parigino, tra il
2013 e il 2014, Lafarge avrebbe accettato di sottoporsi alla
tassazione dell'Isis. Inaugurato nel 2010, il cementificio di
Jalabiya, nel nord-est della Siria, è il principale stabilimento
produttivo di Lafarge in Medio Oriente. L'anno successivo, nel
2011, scoppia la guerra civile. Presi di contropiede i francesi
cercano comunque di farlo funzionare il più a lungo possibile ma
la situazione diventa sempre più insicura ed instabile. A
partire dal 2013, la presenza dell'Isis nella regione costringe
l'azienda a negoziare i diritti di passaggio dei suoi camion ai
checkpoint dei jihadisti e ad acquistare il carburante da alcuni
di loro. Insomma, per oltre un anno, Lafarge "finanzia
indirettamente l'organizzazione jihadista", scrive Le Monde.
Almeno fino al 19 settembre 2014, quando l'Isis sequestra il
sito costringendo i francesi a cessare le loro attività. Per ben
due volte, un intermediario propone loro di rilanciare il
cementificio sotto protezione dell'Isis in cambio di una
condivisione degli introiti. Senza successo.
Il sito verrà liberato nel febbraio 2015 dalle milizie curde
con il sostegno della coalizione internazionale. Oggi a Jalabiya
sono presenti le forze speciali occidentali, francesi,
britanniche e americane. (ANSAmed).