(ANSAmed) - BEIRUT, 29 NOV - L'organizzazione Medici senza
Frontiere (Msf) lancia l'allarme per i 75.000 profughi siriani
bloccati in un'area desertica denominata Berm al confine con la
Giordania, fra cui molte donne e bambini, che si apprestano a
passare un altro duro inverno. Nonostante le Nazioni Unite,
sottolinea in un comunicato l'organizzazione, abbiano annunciato
la scorsa settimana di aver ripreso, dopo più di tre mesi, la
fornitura di aiuti umanitari nel Berm, Msf ne critica i
meccanismi e auspica che i controlli sullo stato di salute delle
persone siano effettuati con la supervisione di professionisti
medici qualificati.
Sono passati più di cinque mesi da quando la Giordania ha
chiuso i confini con la Siria. Ma ancor prima di questa
decisione, afferma Msf, "le organizzazioni umanitarie non erano
in grado di fornire assistenza adeguata e ora la situazione è
diventata ancora più drammatica". "Il freddo si sta facendo
sentire sempre di più e le temperature dovrebbero presto
scendere sotto lo zero", dichiara la dottoressa Natalie Thurtle,
responsabile medico di Msf per il progetto Berm. "Nel futuro
prossimo - ha aggiunto - temiamo di veder morire bambini di
ipotermia, perché è ciò che è accaduto lo scorso anno".
(ANSAmed).