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Siria: Mosca, 18 mila civili e 650 miliziani lasciano Aleppo

'Dodicenni costretti a combattere'. Bombe su capannone sfollati

30 novembre, 18:29

Vittime di un bombardamento tra sfollati di Aleppo (Aleppo Media Center) Vittime di un bombardamento tra sfollati di Aleppo (Aleppo Media Center)

MOSCA - Oltre 18.000 civili e circa 650 miliziani hanno lasciato Aleppo dopo una "offensiva di successo delle forze armate siriane" che "ha danneggiato il sistema delle postazioni difensive dei miliziani": lo ha detto il generale e Serghiei Rudskoi, capo del dipartimento operativo dello Stato maggiore russo, aggiungendo che la Russia invierà ad Aleppo oltre 200 sminatori e 47 mezzi per disinnescare ordigni e mine.

L'esercito siriano, ha proseguito, ha anche sgomberato la strada Castello e non ci sono più ostacoli alle forniture di aiuti umanitari.

Rudskou ha anche denunciato che i miliziani di Aleppo costringono ad imbracciare le armi tutta la popolazione civile maschile delle zone da loro controllate, a partire dai 12 anni.

Secondo il generale russo, inoltre, i miliziani avrebbero posto tutte le riserve di cibo sotto il loro controllo consentendo l'accesso agli alimenti solo ai parenti di chi combatte dalla loro parte. L'alto ufficiale sostiene poi che ogni giorno i miliziani uccidono pubblicamente coloro che provano a organizzare manifestazioni contro di loro o a rifugiarsi nei quartieri controllati dalle truppe di Damasco.

Da parte sua, l'Aleppo Media Center (Amc) - piattaforma di reporter in città - hadetto che un bombardamento governativo su Aleppo est ha stamani colpito un capannone e alcune case a Habbet Qubba, dove erano ospitati sfollati di altre zone in fuga dall'offensiva lealista. Secondo l'Amc, sono almeno 45 i civili morti.

Sul piano politico, il Cremlino non conferma contatti tra Mosca e i membri del team di Donald Trump sulla situazione in Siria. "Non posso confermare le notizie di questi contatti", ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, mentre poche ore prima il vice ministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov aveva invece confermato tali contatti.

Il ministro degli esteri francese, Jean-Marc Ayrault, ha infine annunciato che il 10 dicembre a Parigi si terrà una riunione tra tutti gli Stati che sono contro una logica di "guerra totale" in Siria. "Riunirò i Paesi europei, arabi e gli Stati Uniti che sostengono una soluzione politica in Siria e che rifiutano questa logica di guerra totale - ha detto -. E' ora che la comunità internazionale si svegli, perché si sta consumando una tragedia sotto i nostri occhi". 

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