Almeno 24 persone, di cui 11 minori, sono state uccise da raid dell'aviazione turca e da bombardamenti di artiglieria nell'arco di 24 ore ad Al Bab, l'ultima roccaforte dell'Isis nel nord-ovest della Siria. Il bilancio è fornito dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), secondo il quale sale così a 409 il numero dei civili morti nell'area a partire dal 13 novembre scorso, compresi 85 bambini e adolescenti. Lo Stato islamico, intanto, ha smentito che le forze siriane filo-turche stiano avanzando all'interno della cittadina e ha affermato di avere ancora il controllo del "90 per cento" di Al Bab.
Per quanto riguarda l'impegno degli Usa contro l'Isis, nessun elemento è emerso oggi, a conferma di indiscrezioni rilanciate ieri dalla Cnn, secondo le quali il Pentagono starebbe pensando a un intervento con truppe sul terreno.
La nuova amministrazione americana ha mostrato "perfetta continuità" con quanto fatto sin dall'inizio "sul modo di combattere l'Isis" e non ha parlato della possibilità di utilizzare truppe di terra, ha detto il ministro della Difesa italiano, Roberta Pinotti, riferendo i risultati di una riunione della Coalizione che si è tenuta nel quartier generale della Nato a Bruxelles.
Nel frattempo, nessun documento è stato firmato nel corso del secondo round di negoziati fra governo e ribelli ad Astana, in Kazakistan, secondo quanto ha detto il capo della delegazione dei ribelli, Mohammed Alloush. Ma un rappresentante della delegazione di Mosca ha detto che la stessa Russia, la Turchia e l'Iran, che hanno organizzato i colloqui, hanno raggiunto un'intesa tra loro per costituire un gruppo di contatto permanente "per preservare e rafforzare la cessazione delle ostilità", che è in vigore dal 30 dicembre ma viene violato in diverse regioni del Paese.
Ora tutti gli occhi sono puntati su Ginevra, dove il 23 febbraio è in programma la ripresa dei negoziati per una soluzione politica del conflitto. In vista di questo difficile appuntamento, l'inviato speciale dell'Onu, Staffan de Mistura, ha incontrato oggi a Mosca il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov. Quest'ultimo ha sottolineato la necessità che ai colloqui partecipino quanti più gruppi dell'opposizione a anche i curdi, che controllano vaste regioni nel nord del Paese ma che sono stati esclusi dalle precedenti trattative.
Il capo della diplomazia russa ha poi incontrato a Bonn, a margine della ministeriale del G20, il nuovo segretario di Stato americano, Rex Tillerson. "Abbiamo ribadito che abbiamo interessi comuni e coincidenti, prima di tutto per quel che riguarda la lotta intransigente contro il terrorismo", e anche "per quanto concerne la crisi siriana", ha affermato Lavrov. Ma per il momento è esclusa ogni cooperazione militare tra le due superpotenze, ha sottolineato il segretario alla Difesa, James Mattis. Quest'ultimo ha richiamato Mosca a "rispettare la legge internazionale come ci aspettiamo che facciano tutte le nazioni mature su questo pianeta". "Quello che faremo - ha aggiunto Mattis - è impegnarci politicamente. Ma in questo momento non siamo nella posizione di collaborare a livello militare".
(ANSAmed).