(ANSAmed) - ISTANBUL - Da operaio nel settore edile a
passeur. Omar, 31 anni, originario di Latakia, vive in un
piccolo villaggio al confine tra Siria e Turchia. Dopo l'inizio
delle proteste contro il regime, per evitare la coscrizione
obbligatoria, sceglie di lasciarsi tutto alle spalle, e fuggire
da alcuni parenti nella campagna siriana. Oggi, racconta
all'agenzia di stampa tedesca DPA, insieme ad altri, aiuta i
suoi connazionali a fuggire dalla guerra. Un'attività criminale,
ma svolta con "senso etico e altruismo", come lui stesso
sostiene. ''Rispetto a tanti altri - afferma - siamo brave
persone. Non chiediamo molti soldi e quando ci troviamo davanti
a una intera famiglia - padre, madre e quattro figli - chiediamo
soltanto la quota dei genitori''. Il suo, sostiene, è "un
servizio" reso alle migliaia di siriani che cercano di
oltrepassare il confine con la Turchia.
Al calar della notte, insieme ai suoi accoliti - "mai più di
sette" - aiuta "i suoi clienti a passare il confine attraverso
le montagne e penetrare in Turchia". Tre ore di cammino. Una
missione, dice, "resa sempre più difficile dai rigidi controlli
delle autorità turche che cercano di fermare il flusso di
siriani in fuga dal loro Paese in guerra". "Se dovessero essere
fermati - precisa - restituiremmo loro il danaro''.
Un business quello del passaggio illegale del confine con la
Turchia che a tanti è fruttato e continua a fruttare molto. Non
per Omar. ''Di questi tempi prendo 150 dollari (133 euro) a
cliente". Altri, precisa, "chiedono dai 500 agli 800 dollari, ma
noi non lo facciamo. Non siamo dei ricattatori". Lo scorso mese,
aggiunge, "ognuno di noi - in tutto al massimo sette persone,
ognuno con un proprio compito - è riuscito a guadagnare 25
dollari". Ogni gruppo, spiega, ha una sua rotta. "Esiste un
codice non scritto e ognuno segue la propria, ma i problemi
possono insorgere ovunque".
Se la strada per qualche motivo è sbarrata, "riproviamo il
giorno successivo". Se qualcuno, invece, viene fermato dalle
autorità turche di frontiera "non deve fare assolutamente il
nostro nome, altrimenti ci fanno fuori. Per alcuni è stato
così". In quattro sono stati uccisi, confida, mentre uno dei
suoi clienti è stato ferito. Una volta riusciti a entrare in
Turchia, va avanti, "il nostro compito è terminato". Di lì
entrano in gioco altri passeur che sotto pagamento aiuteranno
chi ce l'ha fatta a raggiungere il centro del Paese. "Il nostro
servizio termina qui, ma conosco altri gruppi che hanno stretto
partnership per attraversare il confine e giungere fino in
Germania, Svezia o altri Paesi".
''Penso - conclude - di far due cose buone: dare una mano
alla gente che soffre ormai da sei anni per lasciare la Siria e
vivere pacificamente altrove fino alla fine della guerra. E
fornisco alla mia famiglia ciò di cui ha bisogno per vivere''.
(MINDS/DPA/ANSA).