L’esposizione, a cura di Marta Novello e Cristiano Tiussi, realizzata dalla Fondazione Aquileia in collaborazione con il Polo Museale del Friuli Venezia Giulia e il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, presenta pezzi originari di Palmira riuniti per la prima volta.
La mostra vuole far conoscere gli antichi cittadini del mondo romano. Gli oggetti esposti illustrano forme e modalità della vita quotidiana e del lavoro comuni da Palmira ad Aquileia, da Niš a Costantinopoli. Sono visibili anche le caratteristiche proprie della parte orientale dell’Impero diventato ben più solido a partire dalle riforme di Diocleziano. È proprio in questa fase che dalla Serbia vengono ben 17 imperatori romani.
La mostra archeologica sarà accompagnata dalla rassegna fotografica 'Sguardi su Palmira' di Elio Ciol, realizzata prima delle recenti devastazioni.
Parlando oggi ai giornalisti, Antonio Zanardi Landi - presidente della 'Fondazione Aquileia', e che e' stato ambasciatore d'Italia a Belgrado fra il 2004 e il 2005 - ha detto di aver scelto la Serbia per la prima presentazione all'estero della mostra su Palmira perche' "Aquileia e' la madre di tutte le citta' romane sorte nei Balcani. C'e' un rapporto quasi familiare che ci lega ai Balcani e alla Serbia". Si tratta, ha osservato, di "un'altra tappa, dal fortissimo valore simbolico, di quel percorso dell' 'Archeologia ferita' che la Fondazione Aquileia ha intrapreso nel 2015 con la mostra dei tesori del Museo del Bardo di Tunisi, al fine di mostrare quanto accade da anni nei Paesi teatro di distruzioni e violenze ad opera del terrorismo fondamentalista", mostrando al pubblico opere provenienti da quei siti. Per l'ambasciatore d'Italia a Belgrado Giuseppe Manzo, la mostra su Palmira "e' il segnale di chi non si arrende alla tragedia e alle distruzioni, e dimostra che cultura e memoria sono valori piu' forti di ogni violenza".
Ed e' stato giusto, ha aggiunto, presentare tale valore globale "in un Paese che ha storia, cultura e radici profonde nella nostra civilta', con suoi 17 imperatori romani, e che ha conosciuto al tempo stesso piu' volte le devastazioni della guerra".
Per il suo alto valore civile e di testimonianza in difesa del patrimonio culturale universale la mostra ha ottenuto il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale. (ANSAmed)