Laboratorio opportunità per donne siriane Il progetto è nato all'interno delle attività di Amal for Education, che si occupa di profughi siriani dal 2014. "Abbiamo un centro educativo a Kilis, città turca al confine con la Siria con una presenza altissima di profughi siriani: sono il 53% della popolazione, circa 120mila persone di fascia sociale molto bassa", racconta all'ANSA Isabella Chiari, presidente di Amal for Education. "In questi anni abbiamo aiutato 1500 bambini, siamo aperti tutto l'anno". Il centro ha portato alla formazione di una comunità nella quale è nato il laboratorio artigianale per le donne profughe siriane, che spesso vivono abbandonate a se stesse. L'idea di Amal'Art è nata da alcune esigenze, come "quella di dare una possibilità diretta alle donne che non hanno formazione educativa alta, con un'iniziativa alla loro portata", con l'obiettivo di "aiutarle a migliorare le loro abilità e a svolgere un lavoro retribuito per contribuire all'andamento familiare". Inoltre il laboratorio è "un modo per l'associazione di raccogliere fondi con i prodotti realizzati per portare avanti i progetti".
Un'occasione di incontro e amicizia Sono una ventina le donne coinvolte ogni giorno nel laboratorio.
Il 90% dei proventi di vendita va direttamente a loro, e il resto va ai progetti di Amal for Education. "L'importante è che le donne riescano a sostenersi, per loro è una sicurezza, un motivo di orgoglio e stabilità", sottolinea Chiari. Tra i prodotti realizzati dal laboratorio ci sono bambole a uncinetto, borse, portachiavi, bomboniere e accessori "che possono piacere in Occidente ma che portano il segno della tradizione del Medio Oriente". Altre organizzazioni no profit e associazioni "ci hanno chiesto di produrre cose per loro, è molto positivo perché ci aiutiamo vicendevolmente". Grazie a questo progetto "si è formato un gruppo di donne con formazioni diverse. Per loro incontrarsi ogni giorno ha creato legami positivi e una bella atmosfera tra tutti". Una donna anziana, che soffre di attacchi di panico in seguito alle esperienze che ha vissuto in Siria, non può stare casa da sola, e grazie al progetto "esce, incontra altre persone, in un ambiente sicuro, dove si condividono le storie. Per lei il lavoro è una medicina". Queste attività "servono a creare coesione sociale". Le donne del laboratorio "sono diventate amiche. Questo è il lato positivo dell'essere insieme, un valore quasi superiore al lato economico dell'iniziativa".
(Alcune bambole realizzate dal laboratorio artigianale Amal'Art.
Credit: Amal for Education)