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In Siria 7 anni di guerra,per Unhcr colossale tragedia umana

'Sofferenza civili mostra mancanza volontà soluzione politica'

09 marzo, 17:36

(ANSAmed) - ROMA, 8 MAR - L'implacabile sofferenza dei civili siriani evidenzia il vergognoso fallimento della volontà politica di trovare una soluzione, di fronte a un nuovo tracollo nel lungo conflitto in Siria, che questo mese giunge al suo sconfortante settimo anniversario, ha dichiarato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr).

"Questa guerra lunga sette anni ha lasciato dietro di sé una tragedia umana colossale. Per il bene di chi è ancora vivo, è giunto il momento di porre fine a questo conflitto devastante.

Non ci sono vincitori chiari in questa insensata ricerca di una soluzione militare. Ma è chiaro chi ha perso: l'intero popolo siriano".

Sette anni di combattimenti - scrive in un comunicato l'Unhcr - hanno provocato centinaia di migliaia di vite, indotto 6,1 milioni di persone a fuggire dalle proprie case in Siria e costretto 5,6 milioni di rifugiati a cercare sicurezza nei Paesi limitrofi della regione. Le condizioni affrontate dai civili in Siria non sono mai state così gravi, con il 69% che langue in condizioni di estrema povertà.

La percentuale di famiglie che spendono più della metà del proprio reddito annuale per il cibo è salita al 90%, mentre i prezzi alimentari sono in media otto volte più alti dei livelli pre-crisi. Circa 5,6 milioni di persone soffrono di condizioni potenzialmente letali in termini di sicurezza, diritti fondamentali o standard di vita L'Unhcr, insieme ai partner umanitari, sta compiendo ogni sforzo per portare soccorso alle persone bisognose all'interno del Paese, ma l'accesso alle popolazioni in aree assediate e difficili da raggiungere rimane tristemente inadeguato. Uno sviluppo positivo è rappresentato dal convoglio umanitario che il 5 marzo è riuscito a portare aiuti alla popolazione assediata di Duma nella Ghuta orientale. Tuttavia, i bombardamenti in corso hanno costretto i camion a partire prima che metà del cibo destinato alla popolazione affamata potesse essere scaricata e i tentativi dell'Unchr di tornare indietro sono stati vanificati.

La pericolosa situazione all'interno dei confini siriani, nel frattempo, infrange le speranze di milioni di rifugiati siriani che vivono in Turchia, Libano, Giordania, Egitto e Iraq che sognano di tornare a casa non appena le condizioni di sicurezza lo permettano. Nel frattempo, per milioni di siriani in esilio le condizioni diventano sempre più disperate, con la stragrande maggioranza dei rifugiati che vive al di sotto della soglia di povertà. Oltre tre quarti dei rifugiati nelle aree urbane della Giordania e del Libano non sono in grado di soddisfare le loro esigenze in termini di accesso a cibo, alloggio, salute o istruzione base. La percentuale di bambini rifugiati che riescono ad andare scuola è aumentata negli ultimi anni, tuttavia 1,7 milioni rifugiati siriani in età scolastica, pari al 43%, sono ancora esclusi dall'accesso all'istruzione. I sistemi nazionali delle scuole pubbliche nei Paesi ospitanti stanno facendo i doppi turni per accogliere gli studenti siriani e hanno bisogno di molto più sostegno.

"Mentre ci si concentra sulla devastazione in Siria, non dovremmo dimenticare l'impatto sulle comunità di accoglienza nei Paesi limitrofi e l'effetto che tanti anni di esilio hanno avuto sui rifugiati", ha dichiarato Grandi. "Finché non c'è una soluzione politica al conflitto, la comunità internazionale deve intensificare i propri investimenti nei Paesi ospitanti".

L'Alto Commissario ha sottolineato l'imminente conferenza internazionale sul Sostegno al futuro della Siria e della regione che si terrà a Bruxelles il 24 e 25 aprile: secondo Grandi la conferenza deve tradursi in impegni seri di sostegno finanziario e di supporto allo sviluppo. (ANSAmed).

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