Il capo dell'Eliseo Emmanuel Macron, durante la sua visita di stato a Washington, si era limitato a dire nella conferenza stampa congiunta con Trump che Parigi "ha deciso di aumentare il suo contributo alla coalizione ed e' totalmente coinvolta nella lotta contro l'Isis". Un impegno in stretta cooperazione con gli Usa, con cui ha coordinato anche il raid punitivo dopo il presunto attacco chimico a Duma attribuito al regime siriano. Il segretario alla difesa Usa ha fatto anche un'altra rivelazione quando e' stato incalzato dai congressmen sull'intenzione del presidente di ritirarsi dalla Siria "molto presto". "Al momento non ci ritiriamo, anzi, assisterete ad una nuova offensiva nella vallata dell'Eufrate nei prossimi giorni contro quello che resta del Califfato", ha annunciato, in modo un po' inconsueto. I combattimenti contro l'Isis "sono in corso", ha proseguito, sottolineando che le operazioni della coalizione saranno piu' numerose sul lato iracheno della frontiera. L'arrivo di truppe speciali francesi potrebbe lasciare supporre una accelerazione del tentativo di eliminare le ultime sacche di resistenza del Califfato. Con un'altra sua risposta, Mattis sembra aver confermato che sta frenando sul piano del commander in chief di lasciare la Siria dopo aver sconfitto l'Isis. Quando il senatore repubblicano Lindsey Graham gli ha chiesto se non sarebbe rischioso per gli Usa lasciare completamente la Siria senza mantenere delle truppe sino ad una soluzione politica della crisi, il capo del Pentagono ha replicato: "sono certo che lo rimpiangeremmo probabilmente". Mattis appare frenare anche sull'intenzione di Trump di uscire dall'accordo sul nucleare iraniano: "posso assicurare che non c'è alcuna decisione presa", ha garantito il capo del Pentagono. "Le discussioni proseguono in seno al consiglio di sicurezza nazionale e tra coloro che tra noi sono incaricati di dare un consiglio al presidente", ha aggiunto.
Mattis rivela, giunte in Siria forze speciali francesi
Capo Pentagono, presto nostra nuova offensiva
Il capo dell'Eliseo Emmanuel Macron, durante la sua visita di stato a Washington, si era limitato a dire nella conferenza stampa congiunta con Trump che Parigi "ha deciso di aumentare il suo contributo alla coalizione ed e' totalmente coinvolta nella lotta contro l'Isis". Un impegno in stretta cooperazione con gli Usa, con cui ha coordinato anche il raid punitivo dopo il presunto attacco chimico a Duma attribuito al regime siriano. Il segretario alla difesa Usa ha fatto anche un'altra rivelazione quando e' stato incalzato dai congressmen sull'intenzione del presidente di ritirarsi dalla Siria "molto presto". "Al momento non ci ritiriamo, anzi, assisterete ad una nuova offensiva nella vallata dell'Eufrate nei prossimi giorni contro quello che resta del Califfato", ha annunciato, in modo un po' inconsueto. I combattimenti contro l'Isis "sono in corso", ha proseguito, sottolineando che le operazioni della coalizione saranno piu' numerose sul lato iracheno della frontiera. L'arrivo di truppe speciali francesi potrebbe lasciare supporre una accelerazione del tentativo di eliminare le ultime sacche di resistenza del Califfato. Con un'altra sua risposta, Mattis sembra aver confermato che sta frenando sul piano del commander in chief di lasciare la Siria dopo aver sconfitto l'Isis. Quando il senatore repubblicano Lindsey Graham gli ha chiesto se non sarebbe rischioso per gli Usa lasciare completamente la Siria senza mantenere delle truppe sino ad una soluzione politica della crisi, il capo del Pentagono ha replicato: "sono certo che lo rimpiangeremmo probabilmente". Mattis appare frenare anche sull'intenzione di Trump di uscire dall'accordo sul nucleare iraniano: "posso assicurare che non c'è alcuna decisione presa", ha garantito il capo del Pentagono. "Le discussioni proseguono in seno al consiglio di sicurezza nazionale e tra coloro che tra noi sono incaricati di dare un consiglio al presidente", ha aggiunto.