Mentre dal Libano, invece, il NTFI ospita il coreografo Ali Charour. Un focus dedicato al mondo arabo, che la dodicesima edizione del Festival, diretta da Ruggero Cappuccio, inserisce anche alla partecipazione al progetto Performances Beyond Two Shores, sostenuto dalla Commissione Europea nell'ambito del programma Europa Creativa. Tra i protagonisti della scena artistica post-migratoria, lo scrittore e regista siriano Wael Ali, che presenta in prima assoluta al NTFI "Sous un ciel bas", la scenografa siro-palestinese Bissane Al Charif, curatrice dell'installazione interattiva Dans un jardin je suis rentrée.
Protagonista anche Mohamad Al Rashi, coregista insieme a Wael Kadour (drammaturgo e regista siriano oggi rifugiato in Francia) e interprete di "Cronache di una città senza nome", che racconta la storia vera di una donna suicidatasi a Damasco nel 2011, mettendo in luce la violenza intrinseca a un sistema politico, economico, religioso, instaurato e perpetuato da decenni. Arriva a Napoli il 25 e 26 giugno in prima nazionale anche lo spettacolo "Finir en beauté" di Mohamed El Khatib, artista francese di origini marocchine ideatore del collettivo Zirlib.
L'artista prende spunto da interviste, email, sms, documenti amministrativi e altre fonti reali, attraverso cui ricostruisce in scena, il racconto di un lutto: la morte di sua madre.
"Durante la mia ricerca, originariamente intitolata Conversazione - racconta Mohamed El Khatib -, dovevo indagare il passaggio dalla lingua madre (l'arabo) alla lingua teatrale, attraverso interviste realizzate con mia madre. Il 20 febbraio 2012, il suo decesso ha sconvolto le mie intenzioni. Finir en beauté tenta di esplorare le modalità di dialogo a partire dalla nozione di maceria: le macerie di una relazione, di una storia, di un paesaggio, di tutto quello che resterà di noi". Ancora dalla Francia, arriva lo spettacolo "Hadra" di Alexandre Roccoli, in scena il 2 e 3 luglio Museo Diocesano di Napoli.
Inizialmente ideato per il danzatore marocchino Yassine Aboulakoul e poi affiancato dal fratello Youness, il lavoro si concentra sulla potenza del desiderio di danzare. Roccoli prende ispirazione dalle danze di possessione diffuse sia nel Marocco delle confraternite gnawa ma anche in certe culture contemporanee urbane, dall'hip hop alla musica house.
Utilizzando la ripetizione dei movimenti e dei suoni, l'artista produce un'estetica circolare, ipnotica e magnetica in cui il corpo è colto dalle vertigini della danza. Occasione di confronto internazionale al NTFI sarà anche il programma del Gathering, realizzato nell'ambito del progetto Performance beyond two shores di Europa Creativa, che propone lo scambio tra artisti arabi in Europa con l'obiettivo di dare visibilità a quattro giovani performer contemporanei e di metterli in contatto con rilevanti realtà artistiche europee: saranno a Napoli i siriani Anis Hamdoun e Wihad Suleiman che oggi vivono in Germania, l'egiziana Sara Shaarawi che vive a Glasgow e la scrittrice e attrice Dounia Mohammad nata in Europa, a Bruxelles. Il calendario di attività del Gathering, curato in partnership con il Dipartimento di Asia, Africa e Mediterraneo dell'Università degli Studi di Napoli L'Orientale, prevede due incontri aperti al pubblico: il 18 giugno a Palazzo Corigliano l'incontro dal titolo "Riflessioni sull'esilio: l'esperienza del teatro arabo in Europa", e il 19 giugno "Scene con(temporanee): il teatro arabo in Europa". (ANSAmed).