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Siria: Unicef, 11 bambini uccisi a Afrin, molti altri feriti

Ong, bilancio vittime sale a 46. Curdi accusano Ankara

29 aprile, 13:49

(ANSAmed) - ROMA, 29 APR - "Ci è appena arrivata dai nostri uffici sul campo la tragica notizia che 11 bambini sono stati uccisi e molti altri sono rimasti feriti da una bomba esplosa vicino a una petroliera in un affollato mercato nella città di Afrin, nella campagna settentrionale di Aleppo, ieri", riferisce Andrea Iacomini, portavoce dell'Unicef Italia. "Temiamo che il bilancio delle vittime potrebbe essere molto più alto".

Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, il bilancio delle vittime dell'attentato di ieri è salito a 46, tra cui 40 civili e 6 militari. Tra i 40 civili uccisi 11 sono minori, conferma l'ong, che precisa che i sei militari uccisi sono miliziani arabi siriani cooptati da Ankara.

L'attentato, compiuto con una cisterna-bomba, non è stato rivendicato.

"Dieci anni dopo il brutale conflitto in Siria, i bambini - sottolinea Iacomini dell'Unicef - continuano ad essere colpiti duramente da livelli senza precedenti di violenza, distruzione e morte. La violenza genera più violenza non c'è nulla da fare, e non è una novità per Afrin. All'inizio del 2018, a causa di un'escalation di violenza, quasi 56.000 bambini sono fuggiti dall'area in altre parti della Siria. La guerra in Siria è tutt'altro che finita. L'Unicef ricorda a tutte le parti in conflitto in Siria e alle persone che hanno influenza su di loro che i bambini non sono un bersaglio e che gli attacchi alle aree civili popolate sono una violazione del diritto internazionale".

L'attentato si è verificato poco lontano la residenza del governatore turco, simbolo del potere della Turchia in una zona dove nel 2018, secondo organizzazioni umanitarie siriane e internazionali, è stata compiuta una vera e propria pulizia etnica a danno della comunità curda, che contava oltre 300mila abitanti. Tra le vittime civili dell'attentato, il più sanguinoso negli ultimi due anni nella ex enclave curdo-siriana che è stata poi investita dalla campagna militare turca e si trova ora sotto il controllo di Ankara, ci sono arabi sfollati da altre zone della Siria ma anche curdi di Afrin. L'esplosione è avvenuta in una zona affollata di negozi, dove le persone si accalcavano per gli acquisti prima dell'Iftar, il rituale pasto della rottura del digiuno giornaliero durante il mese islamico di Ramadan.

Le autorità curdo-siriane, ieri indicate dal governo turco come responsabili del sanguinoso attentato, hanno oggi respinto le accuse e hanno puntato il dito contro la stessa Turchia.

"Condanniamo il vile attacco terroristico che ha colpito una affollata zona di negozi ad Afrin", ha detto stamani Abdulkarim Omar, a capo della commissione per le relazioni estere dell'amministrazione autonoma curdo-siriana, che controlla ampi territori a est dell'Eufrate. Secondo il responsabile curdo, citato dal Rojava Information Center, l'attentato di ieri "ha l'obiettivo di espellere quel che rimane della popolazione locale (curda)". Per Omar la comunità internazionale deve esercitare pressione sulla Turchia perché metta fine all'occupazione ad Afrin e in tutte le aree (siriane)".(ANSAmed).

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