''La cooperazione regionale e' un prerequisito della sicurezza e della stabilita'''... e ''la Serbia intende proseguire nella politica di buoni rapporti con tutti i paesi della regione'', ha detto Nikolic al summit odierno fra i leader dei 12 Paesi del Processo di cooperazione del sudest Europa (Seecp). La riunione - che ha segnato la fine della presidenza annuale della Serbia, passata per il prossimo anno alla Macedonia - e' stata tuttavia disertata in particolare dai presidenti di Croazia, Bosnia-Erzegovina e Slovenia, cosi' come accaduto lunedi' scorso per la cerimonia ufficiale di insediamento del nuovo presidente serbo. Pesano ancora infatti le affermazioni controverse fatte da Nikolic poco dopo la sua elezione alla presidenza, con le quali ha negato il genocidio di Srebrenica e ha definito una 'citta' serba' Vukovar, che i croati considerano la citta' martire del conflitto armato con la Serbia degli anni Novanta.
Nikolic si e' comunque detto pronto a incontrare in qualsiasi momento i leader di Croazia e Bosnia se anch'essi saranno disposti a farlo. Il nuovo presidente serbo ha poi espresso rammarico per la mancata adozione del documento finale del vertice a causa dell'opposizione del rappresentante dell'Albania. Il viceministro degli Esteri di Tirana Selim Belortaja ha infatti sostenuto che nel documento non viene riflessa al meglio la posizione del Kosovo, che per l'Albania ha diritto a divenire membro a pieno titolo del Seecp e di altre iniziative e Forum regionali. Cosa questa che la Serbia non accetta, non riconoscendo l'indipendenza di Pristina. Secondo Belgrado il Kosovo puo' partecipare alle riunioni regionali non a pieno titolo come gli altri paesi indipendenti ma con un cartello con la scritta 'Kosovo' e un asterisco che rimanda a una nota in calce nella quale si spiega la posizione particolare del Kosovo. Tale soluzione era stata concordata nel negoziato tra le parti, ma Pristina ne ha dato una diversa interpretazione e non accetta la nota in calce. Del Seecp fanno parte Serbia, Croazia, Slovenia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Macedonia, Turchia, Albania, Bulgaria, Grecia, Moldova e Romania.(ANSAmed).