La mia visita a Lubiana vuole essere un attestato di riconoscenza e di amicizia per tutto quello che i nostri due paesi stanno facendo nel campo della sicurezza e della difesa." Con queste parole il ministro della difesa italiano Roberta Pinotti, in visita ufficiale oggi a Lubiana, ha definito i rapporti tra Slovenia e Italia nel campo della sicurezza e della difesa comune. Al termine di un colloquio con il collega sloveno Janko Veber, il ministro Pinotti si è detto sodisfatto del lavoro svolto dai due paesi finora: "L'Italia e la Slovenia hanno collaborato in tutte le missioni principali: in Kosovo, in Afganistan in Libano. La Slovenia è stata inoltre l'unica nazione che ha inviato una propria nave per partecipare alla operazione Mare nostrum".Pinotti si è poi soffermata sul difficile momento della congiuntura internazionale. "Ci sono crisi sul fronte est, ma anche sul fronte sud. Dobbiamo affrontarle tutti insieme: qualsiasi situazione non affrontata rischia di diventare deflagrante. Per questo siamo contenti di aver condiviso con la Slovenia la preoccupazione per la Libia e per la possibilità delle infiltrazioni dell'Isis in quello stato", ha detto il ministro italiano. La collaborazione rimane un impegno comune anche per il futuro, ha aggiunto la Pinotti: "Se si procedesse sulla linea delle spese comuni, queste non dovrebbero sottostare ai vincoli della stabilità". Il ministro ha infine anticipato un futuro progetto comune per lo sviluppo delle tecnologie e delle necessità che saranno individuate. "Tra queste sicuramente anche quella che riguarda i droni: l'Italia ha un'esperienza più che decennale in questo campo e ha piacere di metterla a disposizione".
Dello stesso avviso si e' detto anche il ministro Veber che ha messo in risalto la cooperazione nelle diverse operazioni militari e ribadito la necessità di continuare con una politica di difesa e di sicurezza comune. Nel menzionare il problema della Libia e la necessità di assicurare la sicurezza, Veber ha espresso preoccupazione anche per il fenomeno dei foreign fighters che ritornano in Europa, costituendo un pericolo per la sicurezza di tutti. (ANSAmed).