Nei giorni scorsi la Corte costituzionale ha dichiarato ammissibile un referendum sul nuovo Codice di famiglia approvato in Parlamento a marzo con un'ampia maggioranza.
La legge, che ha equiparato in tutto i diritti e doveri delle coppie omosessuali con quelle eterosessuali, non è però entrata in vigore poichè un'associazione conservatrice - considerata vicina alla Chiesa cattolica - ha depositato le firme necessarie per un referendum abrogativo.
La maggioranza liberale nel Parlamento sloveno ha chiesto ai giudici costituzionali di valutare se una simile consultazione sia in linea con i principi della costituzione dato che potrebbe "creare ineguaglianze tra cittadini". Dopo mesi di analisi e discussioni, la Corte, con un solo voto di scarto, cinque contro quattro, ha dato il via libera al referendum. A una simile consultazione tenutasi nel 2012, i matrimoni gay furono respinti con il 54,5% dei voti, ma con un'affluenza di appena il 30% dell'elettorato. Nel frattempo, le regole per abrogare una legge sono state inasprite, e questa volta sarà necessario che contro i matrimoni gay si esprima almeno un terzo di tutti gli aventi diritto, e non solamente la maggioranza semplice dei votanti. (ANSAmed).