Oggi il ministro degli Esteri sloveno, Karl Erjavec, ha ribadito che dal primo gennaio il verdetto sul confine è in pieno vigore e che la Slovenia, per quanto disposta a un dialogo con Zagabria sulle modalità della sua applicazione, non ha nessuna intenzione "di discutere una nuova linea di confine". La Slovenia, che ha ottenuto quasi i 3/4 della contesa baia, insiste da mesi sulla piena messa in atto della sentenza internazionale, seppur non abbia ottenuto quello che sperava, ovvero un contatto diretto con le acque internazionali nel nord Adriatico, ma unicamente un regime di libero e indisturbato accesso delle navi dirette a Capodistria tramite le acque croate. Erjavec ha accusato la Croazia di non rispettare il diretto internazionale ed europeo. Da parte sua, il primo ministro croato Andrej Plenkovic ha invitato Lubiana a un dialogo che porterebbe a una soluzione bilaterale del contenzioso territoriale. È noto che la Croazia può ritenersi abbastanza soddisfatta dall'esito dell'arbitrato, che però non riconosce a causa di una serie di pressioni illegittime di Lubiana sui giudici, emerse tre anni fa.
"Invito la Slovenia ad astenersi da atti unilaterali e di evitare possibili incidenti", ha detto oggi Plenkovic, riferendosi alle multe che la polizia slovena ha emesso negli scorsi giorni ad alcuni pescatori croati che si sono inoltrati aldilà della linea definita dall'arbitrato, continuando a operare, con il pieno sostengo del governo croato, fino alla linea che taglia a metà la Baia di Priano. "Anche la polizia croata potrebbe facilmente multare i pescatori sloveni colti nello sconfinamento, ma noi vogliamo evitare simili incidenti", ha spiegato Plenkovic, aggiungendo comunque che se la polizia slovena continuerà con le multe, quella croata inizierà a fare lo stesso. (ANSA).