Secondo i dati pubblicati dal Consiglio Economico e Sociale spagnolo, una famiglia su quattro vive ai margini della soglia di povertà. Le prime conseguenze sono proprio sui pagamenti come mutui e ipoteche, segnala l'Istituto Nazionale di Statistica.
Rispetto al 2011, sono aumentate dell'8,9% le famiglie e le piccole aziende ormai non più in grado di rimborsare un prestito. Ha lanciato l'allarme la Piattaforma degli Oppressi dalle Ipoteche (Plataforma de Afectados por las Hipotecas, PAH).
Organizzazione nata in Catalogna quattro anni fa, si oppone con forza agli sfratti. Nell'82% dei casi, indica la PAH e riportano i media nazionali, si tratta di famiglie con figli a carico e senza una residenza alternativa. Mentre si evita di pensare al "corralito" che si impose in Argentina nel 2001 (l'impossibilità di ritirare soldi dai conti in dollari, ndr), quasi un milione di persone ha i propri risparmi bloccati in banche spagnole. Il 95% di loro ha più di 60 anni, secondo l'Associazione di Utenti di Banche, Cajas e Assicurazioni (AIDCAE). Il loro errore fu di comprare le "participaciones preferentes", i titoli obbligazionari emessi sopratutto dalle casse ma senza garanzia di liquidità e che soprattutto non pagano interessi se la banca non registra utili. E' un "prodotto finanziario complesso ad alto rischio", come recita il prospetto che dal 2009 viene consegnato a chi ci investe i propri risparmi. Ed è un prodotto che, con la crisi, le banche non riescono a rivendere. Lo stesso ministro dell'Economia, Luis de Guindos, ha riconosciuto che "non si sarebbero mai dovuto proporre questi titoli ai piccoli risparmiatori". Ma è a pochi passi da Las Cortes, il Parlamento, per le strade di Madrid, che inizia a farsi largo lo spettro della fame. Anche se mancano ancora dati ufficiali, sia i rappresentanti del Governo a Madrid sia quelli della Polizia Nazionale hanno pochi dubbi: "da quando è in corso la crisi, dobbiamo mobilitare più agenti per controllare i piccoli furti, quelli per fame, soprattutto nei supermercati".(ANSAmed).