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Mas, noi comunque avanti verso indipendenza da Madrid

Intervista a presidente Catalogna, espulsione da Ue non credibile

12 giugno, 17:38

Artur Mas, presidente della Catalogna Artur Mas, presidente della Catalogna

(dell'inviata Elisa Pinna) (ANSAmed) - BARCELLONA, 12 GIU - Artur Mas, presidente del governo catalano, non ha dubbi: "Come privato cittadino voterò per l'indipendenza della Catalogna dalla Spagna, nel referendum previsto per il prossimo 9 novembre. Come responsabile politico della comunità farò però di tutto perché la consultazione si tenga e la popolazione possa esprimere il suo parere, nonostante il boicottaggio di Madrid". In una intervista ad ANSAmed, la massima autorità catalana ha tuttavia puntualizzato di sentirsi soprattutto il "leader del referendum", piuttosto che il "leader dell'indipendenza catalana".

E in caso di indipendenza, il leader catalano non teme espulsioni dalla Ue. "Prevarrà il pragmatismo e il buon senso.

Non è interesse di nessuno, né della Spagna, né dell'Unione europea". Mas sarà anche presente all'incoronazione del nuovo re di Spagna, Felipe VI, prevista per il 19 giugno. "Ci teniamo a risaldare i rapporti tra Barcellona e Madrid".

Tuttavia, nelle stanze del potere di Barcellona, all'interno del palazzo della Generalitat (la sede del governo locale), un edificio carico di storia e di arte, si respira un'aria di "non ritorno" rispetto ad un processo storico che potrebbe portare alla nascita di un nuovo Stato in Europa.

Dopo che, nel 2010, la Corte Costituzionale spagnola ha annullato l'accordo siglato nel 2005 tra l'allora premier Zapatero e Barcellona che sanciva maggiori poteri decisionali e fiscali per la Catalogna, nella regione "è avvenuta una sorta di disconnessione mentale con la Spagna". L'80% dei catalani vuole un referendum per decidere il proprio futuro. La partita a scacchi, che va avanti da decenni, si preannuncia ancora lunga.

Mas ne racconta le ultime mosse, dalla decisione catalana di tenere il referendum al veto arrivato in aprile dal Parlamento di Madrid. "Non potremo fare un referendum vincolante, ma vogliamo andare avanti: stiamo preparando una legge - da inserire nella Costituzione catalana - che ci permetta di tenere una consultazione non vincolante. Dovrebbe essere pronta per settembre e a quel punto convocherò l'appuntamento popolare del 9 novembre".

Tuttavia Madrid potrebbe appellarsi alla Corte Costituzionale anche contro questa consultazione; tutto potrebbe congelarsi per mesi. "In quel caso, come ultima risorsa - spiega Mas - potrei convocare elezioni politiche anticipate, in cui inserire la questione dell'indipendenza ma, al momento, non voglio legarmi le mani". In tutti i modi, assicura "voglio che la consultazione avvenga in un contesto legale".

Se la popolazione deciderà per l'indipendenza "questo sarà il nostro mandato, non vi è possibilità di altre vie". Quanto alla minaccia paventata da Madrid e dallo stesso presidente della Commissione Ue Barroso di una espulsione del nuovo Stato di Catalogna dall'Unione europea, Mas non si lascia spaventare. "E' ovvio che in questo momento la Ue sostenga ufficialmente la posizione di Madrid, anche per evitare nuovi futuri problemi".

Tuttavia, di fronte ad un pronunciamento della Catalogna per l'indipendenza, Mas ritiene che il Consiglio europeo "troverà, con pragmatismo e buon senso, la via per accettare la nuova realtà". Obiettivo dell'Europa è l'allargamento, non l'esclusione. La Catalogna è "da sempre parte dell'Europa". La regione contribuisce al bilancio europeo, ospita circa 5.200 multinazionali sul suo territorio, attualmente rappresenta il 15% della popolazione spagnola e il 2% della popolazione europea, il suo Pil ammonta al 20% di quello della Spagna e il suo commercio estero al 28%.

Come in ogni partita di scacchi che si rispetti, anche qui non manca la figura del re. I sovrani di Spagna non detengono potere politico, ma possono svolgere una sorta di ruolo di persuasione super partes. "Sarò all'insediamento di Felipe VI per ricordargli che la Catalogna rappresenterà il maggiore nodo del suo regno. Per essere presente all'evento ho anche annullato una parte di un importante viaggio previsto negli Stati Uniti".

Sarà sotto il regno di Filippo VI che la Catalogna ritroverà la propria indipendenza, cancellata nel 1714, quando Barcellona capitolò dopo un anno e mezzo di assedio alle truppe di Filippo V? Mas scuote la testa, sorridendo. "Diamogli tempo, ancora non si è insediato". Intanto, il leader catalano sfugge anche ad una domanda molto più banale. Tiferà Spagna nei prossimi mondiali di calcio? "Non ho tempo per queste cose", afferma accomiatandosi.

(ANSAmed)

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