Secondo la sua denuncia, Parra Ramirez si rese conto "attraverso la stampa del risultato positivo" all'ebola dei due test effettuati sull'infermiera. E, davanti al peggioramento delle condizioni della Romero, pur avendo richiesto il trasferimento a mezzogiorno di lunedì, questo non avvenne prima della mezzanotte. Per cui il medico ha dovuto indossare "in almeno 12 occasioni la tuta di sicurezza", le cui maniche "mi sono andate corte dal primo momento".
Ieri il medico è stato ricoverato in isolamento all'ospedale Carlo III, senza sintomi del virus ebola, dopo aver lui stesso richiesto di essere sottoposto a una maggiore vigilanza. Per due giorni ha fatto una vita normale, trattando i pazienti nel pronto soccorso di Alcorcon.
Oltre a Parra Ramirez nelle ultime ore altre due persone sono state ricoverate all'ospedale Carlo III, nel reparto per i malati e i sospetti di Ebola. Si tratta del medico di famiglia di Teresa Romero, che per primo ha visitato la paziente contagiata, e di un'altra infermiera che aveva assistito i due religiosi spagnoli che avevano contratto il virus in Africa, morti rispettivamente il 12 agosto e il 25 settembre. Intanto un'altra operatrice socio-sanitaria e un ingegnere, ricoverati martedì, sono stati dimessi a fronte di test negativi. L'ultimo bilancio del nosocomio parla, al momento, di sette persone ricoverate: i tre nuovi arrivati, l'infermiera contagiata, suo marito e due infermieri, sui quali non sono state fornite informazioni. Si calcola che siano una cinquantina le persone entrate in contatto con Teresa Romero e il religioso morto il 25 settembre.(ANSAmed).