L'incontro del "Gruppo Mediterraneo" "è servito a condividere una posizione comune sulla crisi libica. In questo momento sosteniamo con ogni forza il tentativo di mediazione delle Nazioni Unite, il cui obiettivo è di raggiungere all'inizio della prossima settimana un'intesa fra le diverse parti per un governo di riconciliazione", ha sottolineato il ministro dopo la riunione con i colleghi di Francia, Portogallo, Spagna, Grecia e Cipro.
Secondo Gentiloni, "non dobbiamo descrivere una Libia totalmente in mano al terrorismo e al Daesh, non è questa la realtà. Certo la situazione si sta aggravando, per questo il tempo stringe". "Il terrorismo di matrice estremista islamica non è una minaccia solo per uno o due Paesi, ma per tutta l'Europa", ha detto il ministro. Per Gentiloni, all'urgenza si aggiunge "un problema che riguarda tutta l'Europa: la mancanza di istituzioni stabili in Libia, che porta all'aumento di flussi migratori irregolari. I quali, certo, approdano sulle coste italiane, ma poi coinvolgono tutti i 28 Paesi europei. Per questo l'impegno dell'Unione non può che essere aumentato".
(ANSAmed).