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Duchessa con sclerosi sfida Stretto Gibilterra

A nuoto per progetto umanitario. E' ammalata da 14 anni

30 giugno, 19:20

(di Francesco Cerri) (ANSAmed) - MADRID, 30 GIU - Fra tre settimane cercherà di diventare la prima persona con sclerosi multipla ad attraversare a nuoto lo Stretto di Gibilterra.

Per la stampa di Madrid è la 'duchessa coraggiosa': oggi Maria Cristina Osorioy Malcampo, ottava duchessa di San Lorenzo di Vallhermoso, quinta contessa di Jolò, quarta viscontessa di Mindanao e decima marchesa di Casa Villavicencio ha 40 anni. Da 14 soffre di sclerosi multipla. La prima crisi le paralizzò le gambe. "Pensai che sarei rimasta su una sedia a rotelle e sarei morta: chiamai le amiche e organizzammo una festa furibonda. Volevo vivere la vita fino in fondo". Poi, invece, un lento recupero. Come suo padre Beltran Alfonso Osorio y Diaz de Rivera, 19mo duca di Albuquerque, Maria Cristina prima della malattia era una cavallerizza di alto livello, nella squadra olimpica spagnola. Con un lavoro durissimo riuscì a tornare a cavallo. Ma nel 2008 la seconda crisi le fece quasi perdere la vista.

Da allora ha recuperato solo un occhio, parzialmente. Abbandonò l'equitazione e cominciò a correre. Divenne la prima spagnola con sclerosi multipla a correre una maratona, oltre 42 km. "Non volevo abbandonare lo sport, perché sapevo che mi avrebbe aiutato a combattere la malattia". Ma fortissimi dolori all'anca le imposero di abbandonare anche la corsa. Cosi iniziò a nuotare, sempre con una volontà di ferro. Dopo quattro anni di allenamento - "a volte è durissima, uno sforzo bestiale" - ora si ritiene pronta alla sfida dello Stretto, 14 km di acqua fra Africa e Europa. Il suo tentativo, fra il 22 e il 27 luglio, porterà finanziamenti alla Fondazione umanitaria Khanimambo, che si occupa di 400 bambini diversamente abili di Praia de Xai Xai, in Mozambico. "Noi disabili cronici dobbiamo smetterla di guardarci l'ombelico. C'è sempre qualcuno che sta peggio di te" ha detto la duchessa ad Abc. Tre anni fa ha deciso, dopo molte esitazioni, di diventare madre. Ha una bambina, si chiama Ada.

All'inizio aveva paura di portarla, perché le possono cedere le gambe. "Ma con la paura non si va da nessuna parte" spiega.

"Bisogna continuare a andare avanti, sempre bisogna andare avanti". (ANSAmed).

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