(di Francesco Cerri) - MADRID - Nuova impennata di tensione nel clima già reso incandescente fra Madrid e Barcellona dalle elezioni catalane di domenica, vinte dagli indipendentisti, con la notizia che il presidente secessionista della Catalogna Artur Mas è ora indagato per 'disobbedienza' dalla giustizia spagnola.
L'annuncio ha suscitato un'ondata di proteste dei partiti politici catalani. Il Govern di Barcellona ha denunciato un "processo politico" e una "anomalia democratica", puntando il dito contro il premier di Madrid Mariano Rajoy, schierato con durezza contro l'ipotesi di una secessione della Catalogna. Se condannato Mas rischierebbe fino a un anno di carcere e due anni di inabilitazione. Il Tribunale Superiore di Giustizia di Barcellona ha reso noto che interrogherà formalmente Mas "come imputato" il 15 ottobre, per avere organizzato nel 2014 contro il parere della Corte Costituzionale, un referendum consultivo sull'indipendenza cui avevano partecipato 2,5 dei 5,5 milioni di elettori catalani. La data ha fatto ulteriormente infuriare il campo secessionista, che dietro la decisione vede la mano di Rajoy e denuncia la 'politicizzazione' della giustizia spagnola.
Si tratta infatti del 75mo anniversario della fucilazione il 15 ottobre 1940 da parte dei franchisti di Lluis Companys, l'ultimo presidente della Catalogna prima che la Seconda Repubblica spagnola fosse soffocata nel sangue della Guerra Civile dal dittatore Francisco Franco. Una coincidenza "mostruosa" ha tuonato il leader della sinistra secessionista di Erc Oriol Junqueras. "Una provocazione o un atto di stupidaggine, o ambedue" ha rincarato il portavoce di Convergencia, il partito di Mas, Josep Rull. Il governo catalano ha denunciato un "processo politico" ed una "anomalia democratica", la seconda lista secessionista della Cup "un nuovo attacco contro le istituzioni catalane da parte dello stato demofobico spagnolo", i socialisti un "errore" e anche Podemos ha detto di vedere dietro la mossa "l'ombra" del Partido Popular di Rajoy. La decisione di tradurre Mas davanti ai giudici, con l'ex-vicepresidente Joana Ortega e la consigliera all'educazione Irene Rigau, interviene mentre partono le difficili trattative sul nuovo governo fra le due liste secessioniste, quella di Mas e quella dei radicali della Cup, che domenica hanno ottenuto 72 deputati su 135, la maggioranza assoluta. Gli anti-sistema (10 seggi nel nuovo parlamento) si oppongono per ora alla rielezione alla presidenza del centrista Mas, che esige invece la sua lista, Junts Pel Si (62). Ma la mossa della giustizia spagnola potrebbe giocare in favore di Mas - che vuole la secessione nel 2017 - nel ruolo di vittima delle 'persecuzioni politiche' spagnole. La stampa catalana ha calcolato che il presidente secessionista avrebbe bisogno dei voti di solo 2 dei 10 deputati Cup - gli altri si asterrebbero - per essere rieletto President al secondo turno il 9 novembre.