Mas, vincitore delle elezioni di domenica, da lui trasformate in plebiscito sulla indipendenza, ha promesso di portare la Catalogna all'indipendenza in 18 mesi sfidando il veto di Rajoy, che considera illegale ogni mossa in questo senso.
Le due liste secesioniste, Junts Pel Si di Mas e (62 seggi) e quella degli anti-sistema della Cup (10) hanno conquistato alle regionali la maggioranza assoluta nel nuovo parlamento catalano con 72 deputati su 135. Il presidente è impegnato ora in un difficile negoziato con gli indipendentisti radicali per formare il nuovo governo catalano. La Cup finora si è opposta a una sua rielezione alla presidenza. L'attacco della giustizia spagnola però potrebbe aiutare a superare il blocco. Uno dei 10 eletti Cup, lo scrittore Julià de Jòdar oggi si è schierato con il President: "Mas è uno dei nostri, difende la nazione ferita", ha scritto su Twitter, "non possiamo lasciarlo solo". A Mas bastano i voti di due deputati regionali della Cup, se gli altri 8 si astengono, per essere rieletto il 9 novembre e iniziare a costruire il progetto di "disconnessione" dalla Spagna. Rischia ora però non solo di essere sospeso dall'incarico dalla corte costituzionale di Madrid, ma anche di essere condannato alla inabilitazione, se riconosciuto colpevole di "disobbedienza".
Una condanna potrebbe fare scattare in Catalogna, ha avvertito però il leader dei secessionisti di sinistra di Erc Oriol Junqueras, una disobbedienza civile di massa contro la Spagna.
Il nazionalismo catalano è furioso anche per il fatto, definito "mostruoso" da Junqueras, che Mas sia stato convocato dai magistrati il 15 ottobre, nel 75mo anniversario della fucilazione del presidente catalano Lluis Companys, consegnato dai nazisti ai franchisti. "Non ho la vocazione del martire, né dell'eroe - ha detto oggi Mas - tento solo di essere un modesto servitore del mio paese".(ANSAmed).