Da allora il tormentone dello statuto catalano periodicamente avvelena i rapporti fra Barcellona e il resto della Spagna, sotto la spinta del nazionalismo castigliano 'anti-catalanista'.
La crisi attuale, la più grave per la Spagna dalla fine della dittatura franchista, è conseguenza di quanto avvenne all'inizio del secolo scorso. Dalla fine dell'Ottocento la Renaixenca catalana aveva riacceso le rivendicazioni della Catalogna. Nel 1919 un primo progetto di statuto è approvato dal 98% della popolazione. Nel 1923 il golpe del generale Miguel Primo de Rivera lo affossa. Ma nel 1931 la rivoluzione politica imposta dalla vittoria dei repubblicani in Catalogna e in tutta la Spagna costringe re Alfonso XIII ad abdicare. Il leader dei repubblicani catalani Francesc Macià proclama la Repubblica catalana, forma il primo governo autonomo. Nel 1931 la Catalogna propone lo 'statuto di Nuria', che ne sancisce una ampia autonomia, appovato per referendum dal 99% dei catalani. Le Cortes di Madrid però temporeggiano. La nuova costituzione spagnola del 1931 esclude qualsiasi forma federale dello stato, deludendo le aspirazioni catalane. Nel 1934 il presidente Lluis Companys proclama "lo stato catalano". Viene arrestato per ordine del governo di Madrid. L'autonomia viene sospesa. Viene amnistiato nel febbraio del 1936 con la vittoria del Fronte Popolare in tutta la Spagna. Companys ridiventa presidente. Ma nel 1936 scatta il sollevamento militare del futuro dittatore Francisco Franco. Inizia la guerra civile. Il Caudillo abolisce l'autonomia catalana. La dittatura soffoca ogni velleità catalanista e impone il castigliano. Seguono anni di sangue e piombo per i repubblicani di Catalogna. Dopo 40 anni, con la morte di Franco, la nuova costituzione del 1978 adottata durante la transizione fra dittatura e democrazia, ispirata al forte centralismo nazionalista ereditato dal franchismo, esclude qualsiasi scissione del territorio dello stato. Con la democrazia viene ripristinata l'autonomia catalana. Ma un nuovo Estatut, che ne allarga le competenze e soprattutto riconosce la Catalogna come "nazione", concordato con Josè Luis Zapatero, viene bocciato nel 2010 dalla corte costituzionale di Madrid. E' la scintilla che fa scattare la rivolta catalana. Milioni di indipendentisti scendono in piazza per rivendicare la secessione.
Madrid rifiuta però la convocazione di un referendum. Il presidente Mas sposa la causa della secessione, che promette per il 2017. Gli indipendentisti vincono le elezioni il 27 settembre scorso. Le due liste secessioniste hanno la maggioranza assoluta in parlamento. La 'guerra d'indipendenza catalana è iniziata. E' scontro aperto fra Madrid e Barcellona.(ANSAmed).