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Spagna, 40 anni fa moriva Franco e finiva l'incubo

Ultima dittatura Europa occidentale, ammirò Hitler e Mussolini

18 novembre, 17:53

(di Francesco Cerri) (ANSAmed) - MADRID, 18 NOV - Con l'ultimo rantolo di agonia di un anziano signore di 82 anni, da settimane mantenuto in vita ad ogni costo per volontà dei dignitari del regime per guadagnare tempo e preparare la successione, alle 4.20 del mattino del 20 novembre del 1975 usciva di scena l'ultimo dei grandi dittatori che avevano sconvolto l'Europa nella prima metà del 1900. Con la morte di Francisco Paulino Hermengildo Teodulo Franco Bahamonde la Spagna usciva da quasi 40 anni di dittatura per entrare in una fragile transizione fra franchismo e democrazia, con un nuovo capo dello Stato designato dallo stesso Caudillo. Il 22 novembre sarebbe stata ripristinata la monarchia e sarebbe diventato re giurando fedeltà ai principi del franchismo Juan Carlos di Borbone, nominato da Franco suo successore pochi anni prima. Una transizione ad alto rischio - per la resistenza della Falange franchista - pilotata dal premier centrista Adolfo Suarez padre della Costituzione del 1978, stabilizzatasi dopo l'ultimo colpo di coda del franchismo, il tentato golpe del colonnello Antonio Tejero il 23 febbraio 1981.

A differenza di Adolf Hitler e di Benito Mussolini, di cui era un grande ammiratore, il 'generalissimo' che aveva preso il potere soffocando la seconda repubblica spagnola nel sangue della guerra civile del 1936-39, é morto nel suo letto, non fucilato o suicida al cianuro. Questo nonostante il bilancio pesante della sua dittatura. Centinaia di migliaia di morti nella guerra civile e poi nelle fucilazioni, nei campi di concentramento e nel lavoro forzato per i 'rossi'. A salvarlo fu la mancata entrata in guerra della Spagna al fianco di Hitler e di Mussolini. La Spagna si dichiarò prima neutrale e poi non belligerante. E nonostante l'isolamento del regime, con l'inizio della guerra fredda Franco risultò utile agli Usa, che con lui stabilirono accordi militari. La sua morte quel 20 novembre 1975 riempì la Spagna di paura e di speranza, vista anche la timida liberalizzazione economica degli ultimi anni. "Eravamo angosciati. Non sapevamo che cosa sarebbe successo" ricorda Maria Angeles Alarcon, una catalana che allora aveva 16 anni.

Dopo quasi 40 anni di ferreo controllo politico e morale del regime, la morte del caudillo segnò una esplosione di libertà nel paese, sociale, culturale, sessuale, di cui fu vetrina la 'movida' madrilena. Rassicurati i gerarchi franchisti con la legge di amnistia generale del 1977 per tutti i crimini del regime, la Spagna si è poi diretta speditamente verso il ritorno nella famiglia democratica europea. Con l'adesione prima al Consiglio d'Europa, poi alla Comunità europea, quindi alla Nato sotto la guida in alternanza dei due grandi partiti del dopo-Franco, il Psoe e il Partido Popular, nato dalla Alleanza Popular dell'ex-ministro franchista Manuel Fraga Iribarne.

A 40 anni dalla morte del dittatore la Spagna però ancora non ha aperto tutti gli armadi del proprio passato oscuro. La legge di amnistia del 1977 ha paralizzato le inchieste sulle atrocità del regime. Il paese è sempre disseminato di anonime fosse comuni nelle quali sono state gettate le vittime dei franchisti durante la guerra civile. Non sono stati ancora rinvenuti i resti del grande poeta Federico Garcia Lorca, fucilato dai franchisti a Granada. La Spagna a lungo ha messo una pietra sugli orrori del passato per garantire la stabilità del presente. La salma del dittatore riposa tuttora nel faraonico mausoleo che si é fatto costruire nella sierra a nord di Madrid, el Valle de los Caidos, dove sono state seppellite anche oltre 30mila vittime della guerra civile. Molti storici premono per una attenta autocritica, davanti a tendenze a rivalutare Franco.

" E' intollerabile che si cerchi di sdoganare il franchismo", tuona lo storico Angel Vinas, autore di uno studio sull'arricchimento di Franco durante le stragi della guerra civile: "non aveva una peseta nel 1936, uscì dalla guerra civile nel 1939 con 34 milioni di pesetas di fortuna personale, l'equivalente di 388 milioni di euro di oggi". (ANSAmed).

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