Oggi è sceso in campo re Felipe VI, nel tentativo di contribuire a una soluzione al rebus della governabilità della quarta economia Ue. Una situazione di stallo che inizia a preoccupare i partner europei, e che potrebbe imporre un ritorno alle urne in primavera. Felipe ha avviato consultazioni sul nome di un candidato premier con i partiti rappresentati in Parlamento partendo dai più piccoli - i nazionalisti della Canarie - per finire giovedi e venerdi con il premier uscente Mariano Rajoy e il leader di Psoe, Podemos e Ciudadanos, Pedro Sanchez, Pablo Iglesias e Albert Rivera. Le elezioni di dicembre hanno lasciato il paese senza una maggioranza chiara, con un parlamento frammentato, lontano dalle certezze del bipartitismo Pp-Psoe che ha governato la Spagna dalla fine della dittatura franchista. Il Pp di Rajoy è arrivato primo ma con solo 123 deputati su 350, davanti a Psoe, 90, Podemos, 69 e Ciudadanos, 40. Felipe VI, sul trono dal 2014, dopo l'abdicazione del padre Juan Carlos I, è all'esordio nella gestione di una crisi politica, per di più la più complicata da 40 anni. Ha margini di manovra sono stretti. E non sembra avere l'agilità politica del padre. Probabilmente affiderà a Rajoy il primo tentativo. Se come sembra probabile il leader Pp non otterrà l'investitura - per il veto di socialisti e Podemos a una Grande Coalicion - toccherà a Sanchez. Il leader Psoe sogna di un 'governo alla portoghese' con Podemos e se possibile Ciudadanos e/o i partiti catalani e baschi nazionalisti e indipendentisti. Ma il partito di Iglesias vuole un referendum sull'indipendenza della Catalogna che i socialisti rifiutano. E Ciudadanos non vuole Podemos al governo. Sanchez non potrebbe procedere alla riforma federale della Costituzione che ha promesso ai catalani perchè la maggioranza assoluta Pp al Senato la bloccherebbe. Un sondaggio pubblicato da El Pais rischia di spingere alcuni partiti a tentare la carta delle elezioni, anche se il 61% degli spagnoli dica di non volerle. Se si rivotasse oggi, secondo il sondaggio, solo il Psoe perderebbe voti. Pp, Podemos e Ciudadanos si rafforzerebbero. Una crescita del partito di Abert Rivera potrebbe dare la maggioranza assoluta aun fronte moderato Pp-Ciudadanos. Podemos potrebbe realizzare lo storico sorpasso del Psoe diventando il secondo partito del paese e il primo della sinistra.
Ma la paralisi politica spagnola inizia a inquietare i partner Ue. Il preesidente della Commissione Jean Claude Juncker chiede un "governo stabile" al più presto. Il timore, scrive la Vanguardia, è che la crisi spagnola e la fragilità politica di Portogallo e Grecia, possano "ridare convulsioni all'Euro". "La Spagna senza un governo chiaro si sta convertendo, avverte l'analista Enric Juliana, in un problema europeo".(ANSAmed).