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Spagna: Podemos si avvicina a potere, con Sanchez premier

Iglesias avverte, in governo o non appoggiamo leader socialista

26 gennaio, 09:41

(di Francesco Cerri) (ANSAmed) - MADRID, 26 GEN - Dopo la Grecia e il Portogallo, la sinistra 'antisistema' è ora all'arrembaggio del potere anche in Spagna: il partito post-indignado Podemos si avvicina al governo, in possibile alleanza con i socialisti di Pedro Sanchez.

Il paese è bloccato dalle politiche del 20 dicembre, che hanno eletto un Congresso dei deputati frammentato e senza maggioranza. Venerdì il premier uscente il popolare Mariano Rajoy ha rinunciato a tentare per primo l'investitura.

Quantomeno per ora. Passando la patata bollente al segretario Psoe Pedro Sanchez, secondo arrivato con 90 deputati contro 123 al Pp. Il leader di Podemos Pablo Iglesias ha subito chiesto un governo di coalizione con i socialisti, rivendicando sei ministri, i più importanti, e la poltrona di vicepremier per se stesso. Un 'diktat' che ha fatto infuriare i 'baroni' socialisti, dalle elezioni - il peggiore risultato storico per il Psoe - ai ferri corti con Sanchez. Presidenti regionali, ex-leader del partito come Alfredo Rubalcaba hanno denunciato una "umiliazione" per il Psoe e la "arroganza" dei giovani 'podemiti'. Cresce l'irritazione di padri nobili del partito come Felipe Gonzalez o di potenti leader territoriali come la presidente andalusa Susana Diaz.

Nel fine settimana Sanchez e Iglesias si sono parlati. Il primo ha chiarito che preferirebbe un governo Psoe di minoranza appoggiato dall'esterno da Podemos. Iglesias ha avvertito che se non andrà al potere, per 'garantire il cambiamento', non ci sarà un governo Sanchez. Mercoledì re Felipe riprende le consultazioni con i leader dei partiti prima di incaricare un nuovo aspirante premier - dopo il rifiuto di Rajoy che, senza appoggi, abilmente ha spostato tutta la pressione su Sanchez - che dovrà tentare l'investitura. Dovrebbe toccare al leader Psoe.

Ma il cammino verso un governo Psoe-Podemos, che dovrebbe ottenere l'appoggio e/o l'astensione dei nazionalisti baschi e degli indipendentisti repubblicani catalani di Erc per passare, a maggioranza semplice in Parlamento al secondo turno, è ancora tutto in salita. Al momento sembra però la sola alternativa al ritorno alle urne in primavera. Rajoy nonostante i suoi 123 seggi su 350 finora si è scontrato con il veto di tutti gli altri partiti. Sanchez cerca di riprodurre in Spagna il 'modello portoghese' del nuovo premier di Lisbona il socialista Antonio Costa, sconfitto nelle urne dal conservatore Pedro Passos Coelho, ma arrivato al potere con l'appoggio della sinistra radicale del Bloco de Esquerda, vicino a Podemos e a Tsyriza, e ai comunisti.

Ma i 'baroni' socialisti hanno imposto diverse linee rosse al segretario: 'no' a un accordo con Podemos se Iglesias continua ad esigere un referendum sulla indipendenza della Catalogna, 'no' a patti con forze secessioniste o favorevoli al 'diritto di decidere' come il Pnv. Senza le quali però Sanchez non ha i numeri per andare alla Moncloa e salvarsi cosi da una probabile rivolta interna nel Psoe. Il primo momento della verità per un patto Sanchez-Iglesias sarà sabato, quando nel consiglio federale Psoe i baroni socialisti dovranno decidere se dare o meno via libera a un possibile 'governo portoghese' in Spagna.

(ANSAmed).

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