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Migranti: Oim,170.000 in Europa via mare e 620 morti in 2016

Ue a Unhcr e Amnesty, non respingimento è linea rossa con Ankara

01 aprile, 19:13

(ANSAmed) - GINEVRA/BRUXELLES, 1 APR - Almeno 170.000 migranti e rifugiati sono giunti in Europa via mare nei primi tre mesi dell'anno ed il numero di morti è salito a 620.

Lo riferisce l'Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim), rendendo noto un conteggio non ufficiale che include gli arrivi di ieri in Italia e diverse centinaia di migranti e rifugiati che si ritiene siano entrati in Europa attraverso le acque spagnole.

Il totale stimato di 169.060 sarebbe pari a più di otto volte il numero (20.700) registrato nei primi tre mesi del 2015. Intanto la portavoce della Commissione Ue risponde alle critiche dell'Unhcr e di Amnesty International a due giorni dall'entrata in vigore dell'accordo Ue-Turchia.

Amnesty ha in particolare denunciato che da metà gennaio la Turchia ha rimpatriato con la forza circa 100 rifugiati siriani al giorno, tra cui anche donne e bambini.

"Il principio di non respingimento è scritto nero su bianco nell'accordo ed è una linea rossa che vogliamo vedere rispettata", ha detto la portavoce della Commissione Ue. "Non entriamo nel gioco dello scaricabarile, siamo qui per rendere operativo l'accordo", "prendiamo sul serio le accuse" e "lavoriamo strettamente con Turchia, l'Unhcr e ong" come Amnesty "per rispondere alle loro preoccupazioni". L'Unhcr ha chiesto da parte sua che, prima che il piano Ue-Turchia diventi operativo, devono essere garantite tutte le tutele necessarie agli immigrati. Vi sono invece, ha denunciato l'organizzazione Onu per i rifugiati, "troppe gravi lacune" sia in Turchia sia in Grecia a soli tre giorni dall'entrata in vigore del piano.

Secondo l'Alto commissariato Onu per i rifugiati, in Grecia numerosi aspetti del sistema per ricevere e gestire le persone che potrebbero necessitare di protezione internazionale ancora non funzionano o sono assenti, mentre in Turchia l'Unhcr ha chiesto di poter incontrare le persone ricondotte dalla Grecia per garantire che possano beneficiare di una protezione internazionale e prevenire il rischio di respingimento.

(ANSAmed).

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