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Marocco, nelle enclave spagnole si celebrano matrimoni gay

A Septa e Melilla omosessuali diventano rifugiati, ed è scandalo

13 maggio, 13:34

(ANSAmed) - RABAT, 13 MAG - Un matrimonio omosessuale, per giunta tra un marocchino e un algerino. È il presidio spagnolo di Melilla a fare da apripista per i diritti in terra marocchina. Grazie al fatto che in Spagna le nozze gay sono legali dal 2005, e dal 2006 le coppie omosessuali possono anche adottare bambini.

I due sposini freschi di cerimonia sono ospiti del centro rifugiati della città, che è appunto enclave spagnola in Marocco. La notizia, riportata dal quotidiano in lingua araba Assabah, scuote la comunità islamica. Il paese a nord, sulla costa mediterranea marocchina, si candida a diventare terra promessa oltre che per chi tenta di raggiungere l'Europa, anche per gli omosessuali che vogliano regolarizzare il loro rapporto.

Secondo il quotidiano ci sarebbero circa 140 coppie di omosessuali marocchini, provenienti dalle città di Tangeri e Tetouan, pronte a raggiungere anche l'altro presidio spagnolo, Septa, che pure ospita un centro per rifugiati. La domanda di matrimonio diventerebbe così un lasciapassare veloce per varcare le colonne d'Ercole ed entrare in area Schengen, più precisamente per raggiungere i Paesi Bassi. Esiste infatti una convenzione europea che obbliga la penisola iberica ad accordare agli omosessuali lo status di rifugiati.

Un nuovo fenomeno, in linea con i tempi, che rischia di creare ulteriori tensioni diplomatiche tra Spagna e Marocco. In Marocco l'omosessualità è reato: secondo il codice penale, un musulmano sorpreso in atti di presunta omosessualità rischia fino a tre anni di prigione. (ANSAmed).

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