Il consiglio federale deve decidere se i deputati socialisti si asterranno su un voto di fiducia a Rajoy nel Congresso, consentendo così che ottenga la maggioranza relativa e evitando nuove elezioni, le terze in un anno.
Se dai socialisti verrà luce verde a una 'astensione tecnica', secondo modalità ancora da definire, inizierà una corsa contro il tempo per dare al paese un nuovo governo, dopo 10 mesi di paralisi, entro il 31 ottobre.
Se il Congresso non avrà eletto un nuovo premier entro la fine del mese scatterà automaticamente lo scioglimento del parlamento e la convocazione di nuove elezioni a Natale. Lunedì re Felipe VI ha già convocato un giro di consultazioni dei leader e, se il Psoe opterà per l'astensione, martedì designerà Rajoy. La presidente del Congresso Ana Pastor dovrà convocare i 350 deputati spagnoli che si dovranno pronunciare in due voti di fiducia nel giro di 48 ore prima del 31 per eleggere il nuovo premier ed evitare il ricorso alle urne. Al primo turno è necessaria la maggioranza assoluta di 176 voti e Rajoy non dovrebbe ottenerne più di 170. Al secondo invece potrebbe passare grazie all'astensione di tutti o parte dei socialisti (85 deputati) o alla loro uscita dall'aula. Ieri la potente federazione andalusa del Psoe (20 deputati su 85) guidata da Susana Diaz, presidente dell'Andalusia e nuovo 'uomo forte' del partito dopo la destituzione del segretario Pedro Sanchez, ha preso apertamente posizione per l'astensione per evitare elezioni che i sondaggi fanno prevedere disastrose per i socialisti. Le resistenze nel partito sono però ancora forti in particolare fra i militanti e nelle federazioni catalana, baleare e castigliana-leonese. Il leader dei catalani Miguel Iceta tuttavia ha aperto oggi a una possibile astensione tecnica di 12 deputati socialisti che sarebbe sufficiente per l'elezione di Rajoy. (ANSAmed).