NAPOLI - Storie dei viaggi della speranza nel Mediterraneo e di esclusione sociale a 'L'alternativa', il Festival del Cinema Indipendente di Barcellona, partita nella città catalana e termina il 20 novembre. La rassegna, arrivata alla sua 23ma edizione, offre al pubblico iberico l'opportunità di vedere film che difficilmente vengono distribuiti dai canali tradizionali, guardando in particolare ai temi della diversità e della libertà creativa dei cineasti internazionali, proponendo anche una sezione sui film iberici e una serie di iniziative in collaborazione con le università e le scuole di cinema. Nella selezione ufficiale dei lungometraggi, due le pellicole che affrontano il tema dei migranti. Nel documentario 'Between fences' ('Tra le sbarre') il regista israeliano Avi Mograbi entra ad Holot, un centro di detenzione per richiedenti asilo che si trova nel deserto israeliano. Il regista decide di mettere in scena una piece seguendo il principio del 'teatro dell'oppresso' che mira a portare in scena i cambiamenti politici e sociali. Il processo creativo parte dai richiedenti asilo che raccontano le loro vite, in un percorso che coinvolgerà però anche alcuni israeliani: l'esperimento mira a verificare se lo sguardo profondo nella prospettiva dell'atro possa aiutare gli stessi protagonisti a comprendere meglio i diversi punti di vista. Il regista tedesco Philip Scheffner racconta invece in 'Havarie' una storia che parte dal recupero di un barcone con 13 migranti a bordo avvenuto nel 2012 in pieno Mediterraneo da parte della nave da crociera "Adventure of the seas". Nell'opera si dipana il parallelismo tra due idee di viaggio diversissime che attraversano nello stesso momento il Mediterraneo. Nella sezione cortometraggi, infine, la regista spagnola Keina Espineira propone il suo corto 'Tout le monde aime le bord de la mer' ('A tutti piace la costa') in cui un gruppo di migranti vicino al mare si prepara al viaggio verso l'Europa, sospesi tra il sogno di una vita migliore e gli echi del passato coloniale.