(ANSAmed) - MADRID, 11 OTT - Esperti e rappresentanti dei 43
Paesi aderenti all'Unione per il Mediterraneo hanno concordato
un meccanismo unico, con indicatori regionali, per misurare in
maniera efficace i progressi realizzati nell'ambito dei diritti
della donna, per valutare le differenze di genere e formulare
raccomandazioni a politici e parlamentari. E' una delle
conclusioni della quarta conferenza regionale di alto livello
sull'empowerment delle donne, che è svolta ieri e oggi a
Lisbona, organizzata dalla UpM in collaborazione con il
Portogallo.
All'insegna del tema 'Donne che costruiscono le società
inclusive nel Mediterraneo', la conferenza ha riunito oltre 300
partecipanti di una trentina di Paesi delle due sponde del Mare
Nostrum, fra cui alcune delle voci più attive della lotta per
l'uguaglianza di genere nella regione.
Inaugurate dalla presidente di Malta, Marie-Louise Coleiro
Preca, le sessioni di lavoro hanno contato sulla presenza delle
ministre per l'uguaglianza di genere Maria M. Leitao Marques
(Portogallo), Hala Lattouf (Giordania) e Neziha Labidi (Tunisia)
e della presidente del Consiglio Nazionale Egiziano per la
Donna, Maya Morsi, oltreché della segretaria generale del
Servizio Europeo di Azione Estera, Helga Schmid. Mentre l'alta
rappresentante della Ue per la Politica estera e la sicurezza,
Federica Mogherini, in un messaggio in video, ha richiamato
l'attenzione sugli ostacoli che milioni di donne ancora
affrontano nella regione e dello sforzo comune necessario per
superarli.
"L'obiettivo è che ogni donna possa realizzare i suoi sogni,
senza che importi dove è nata, come va vestita e cosa pensino
gli uomini di lei", ha detto la Mogherini. "L'uguaglianza di
genere è un diritto umano fondamentale, un indicatore di
sviluppo e un contributo essenziale agli sforzi per far fronte
alle pressanti sfide che oggi si impongono nella regione", ha
osservato Kamel Nasser, il segretario generale della UpM, nel
suo discorso di apertura. L'incontro ha fornito l'opportunità di
tracciare un bilancio dei progressi realizzati dagli Stati
membri dell'Unione mediterranea un anno dopo l'adozione della
dichiarazione ministeriale sul Rafforzamento del ruolo della
donna nella società, approvata al Cairo.
Nella due giorni nella capitale lusitana sono stati
evidenziati progetti innovativi come SheFighter, un programma
giordano di arti marziali che ha insegnato autodifesa a oltre
10mila donne nel Medio Oriente. Presentata anche una campagna
per prevenire e combattere la violenza contro le bambine e le
donne nei Paesi della sponda sud del Mare Nostrum, che sarà
lanciata nei prossimi mesi dall'UpM nei paesi della regione. E
il progetto più recente del partnerariato, che punta a un
maggiore coinvolgimento civile e sociale delle donne e dei
giovani nella lotta contro la violenza e il terrorismo nelle
comunità locali. Da poco adottato dagli Stati membri della UpM,
il programma ha una durata di 4 anni, con un investimento di 2,6
milioni di euro, è destinato a 5mila beneficiari diretti e
20mila membri delle comunità e sarà realizzato nella fase
iniziale in Marocco e Tunisia.
I partecipanti alla quarta conferenza hanno dibattuto inoltre
sul ruolo degli uomini, del settore privato e dei media
nell'eliminazione degli stereotipi e delle barriere sociali che
ostacolano un'effettiva parità delle donne. Uno dei focus ha
riguardato le diverse forme per combattere la violenza e per
l'emancipazione nelle zone agricole e rurali; così come il ruolo
delle donne nel mondo della scienza, della tecnologia e
dell'innovazione e le misure per investire nel campo della
salute riproduttiva. Seminari paralleli sono stati indetti da
organizzazioni internazionali come Onu Donne, Onudi, Pnud,
l'Assemblea Parlamentare permanente dell'UpM, e fondazioni come
Science Po Paris, la Fondazione Konrad Adenauer, Ciheam e la
Fondazione per le donne euromediterranee. (ANSAmed).