MADRID - Scandiscono rituali e rappresentano il paesaggio sonoro che identifica la cultura e la tradizione spagnola, in alcuni casi affondando le radici nei secoli. Sono le 'tamboradas', i rulli di tamburi simili a ruggiti per la forza evocatrice, caratteristiche di numerose località in Spagna, riconosciute ora Patrimonio culturale immateriale dall'Unesco. Sono diffuse in tutta la penisola, ma le più conosciute sono quelle di Teruel, Albacete, Cordoba e San Sebastian. "Tutti gli anni, contribuiscono a creare un ambiente sonoro, affascinante e carico di emozione, che suscita nelle comunità sentimenti di identità e comunione collettiva", si legge in una nota dell'Unesco. Le 'tamboradas' sono una delle 21 tradizioni iscritte nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale Unesco, che mira a dare visibilità alle tradizioni e alla conoscenza delle comunità. A Teruel (Aragon), dove sono celebri quelle religiose, alla mezzanotte del Venerdì Santo, gli scrosci di percussioni rompono il silenzio e i rimbombi risuonano da un capo all'altro della città. Le 'tamboradas' sono entrate a far parte del Dna culturale anche in Andalusia, Castilla-La Mancha, Murcia, Cordoba, Castellon, la Comunità Valenziana e Albacete. Le più comuni sono di origine religiosa, ma la tradizione annovera anche quelle militari, come nel caso di San Sebastian, o semplicemente impiegate in rituali festivi. I tamburi impiegati sono tutti artigianali, di differenti misure, composizioni e modalità di percussioni. Secondo l'Unesco, "rivestono un significato speciale, in funzione del luoghi, dei giorno e del momento in cui vengono eseguite". "Indipendentemente dal carattere religioso o civile, devoto o ludico, questo elemento del patrimonio culturale racchiude sentimenti di rispetto mutuo fra i suoi praticanti", annota ancora l'organismo, nell'evidenziare i valori di comunità e convivenza racchiusi in questa pratica e di trasmissione fra le diverse generazioni. (ANSAmed).