Ed ha prodotto un video, diffuso sui social network, in cui si ricorda che la media prodotta dal traffico veicolare è di 70 decibel e che un aereo in decollo o atterraggio raggiunge i 110 decibel. "Reclamiamo una soluzione specifica per ogni singola situazione, perché i locali all'aperto lontani dai centri residenziali non devono essere sottoposti a questi limiti", ha spiegato Andreas Simon, portavoce di Musica Sì, in dichiarazioni a media locali.
Mentre la Dj nota col nome d'arte di Hofmann Lalioparda, ha messo in guardia sulle ripercussioni della restrizione sugli arrivi turistici nell'isola della Movida per eccellenza, con 3,2 milioni di visitatori lo scorso anno, e dove il turismo rappresenta il 45% del Pil delle Baleari.
"Stiamo riunendo vari gruppi per unire le forze", ha assicurato la Lalioparda, a sua volta aderente a Musica Sì, in dichiarazioni ai media. "Musicisti, pittori e persone che amano le arti: tutti lotteremo contro queste regole che ci vengono imposte. La musica non è rumore, è parte della cultura", ha aggiunto.
Il giro di vite è stato deciso dopo un rapporto sull'inquinamento acustico redatto dal Comune di Ibiza, in cui si specifica fra l'altro che sia di pomeriggio che di notte i livelli di rumore nel porto dell'isola superano i limiti stabiliti per legge vigenti in Europa. Ed ha reclamato l'applicazione di Zona di Protezione Acustica Speciale, già approvata dall'amministrazione comunale nell'agosto del 2016, ma rimasta lettera morta in molte aree dell'isola. (ANSAmed).