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Catalogna, Erc avverte Madrid: 'aperture' o cade la Finanziaria

Detta condizioni a Sanchez in vista processi indipendentisti

05 febbraio, 17:18

MADRID - I portavoce del partito catalano Esquerra Republicana (Erc) hanno registrato oggi in Parlamento un emendamento alla totalità della legge di Bilancio dello Stato, annunciato anche dal PdeCat. Se non sarà ritirato entro il 13 febbraio, Erc impedirà l'inizio dell'esame della Finanziaria 2019 in aula previsto per quella data, all'indomani dell'inizio del processo ai 12 leader indipendentisti detenuti per il referendum secessionista del 1 ottobre 2017 davanti al Tribunale Supremo.

L'iniziativa, secondo tutti gli analisti, rappresenta un avvertimento al governo minoritario socialista che i repubblicani non voteranno il documento contabile in cambio di nulla. Erc reclama "gesti" significativi sul fronte giudiziario o un tavolo di negoziati, che non escluda un referendum di autodeterminazione autorizzato. Concessioni che l'esecutivo presieduto da Pedro Sanchez non è disposto a fare.

Tuttavia, fonti socialiste, citate dai media, confidano ancora in un margine di trattativa per coagulare sulla legge di Bilancio la stessa maggioranza, ottenuta con i voti dei partiti nazionalisti baschi e catalani e di Unidos Podemos nello scorso giugno, sulla mozione di sfiducia a Mariano Rajoy.

La mancata approvazione del documento contabile porterebbe a elezioni anticipate sulla fine naturale della legislatura nel 2020, dopo la tornata elettorale del prossimo 26 maggio per le europee, regionali e municipali.

Intanto, gli avvocati difensori dei leader catalani detenuti da oltre un anno in carcere preventivo, Oriol Junqueras, Jordi Turull, Josep Rull e Jordi Sanchez, hanno sollecitato oggi un rinvio di tre settimane dell'inizio del processo fissato per martedì prossimo, perché sia garantito il diritto alla difesa.

Stando a quanto denunciato nelle richieste, citate dall'agenzia Efe, nel carcere madrileño di Soto del Real, dove sono stati trasferiti in vista del processo, sarebbe stata negata l'entrata ai computer dove gli avvocati hanno immagazzinate migliaia di file dell'istruttoria giudiziaria, nonostante l'autorizzazione espressa del Tribunale Supremo.

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