MADRID - Il terzo Piano Africa per far fronte alle nuove sfide della regione è stato varato dal governo spagnolo. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri, Josep Borrell, in conferenza stampa al termine dell'ultimo consiglio dei ministri della XII legislatura spagnola. "Si tratta di un documento strategico di lunga portata, che pone l'Africa come asse prioritario della nostra politica estera, redatto dopo 8 mesi intensi di lavoro fra ministeri, istituzioni pubbliche e private e la società civile di vari Paesi dell'Africa", ha detto Borrell, nell'anticipare che, a partire da lunedì, lo presenterà "a vari Paesi africani e davanti all'Unione Africana". Il piano risponde alla necessità di "adattare la nostra strategia ai profondi cambi che stanno avendo luogo nel continente", che già interessano Spagna ed Europa e lo faranno in maniera crescente durante il XXI secolo. "Da qui al 2050 la popolazione africana si raddoppierà passando dagli 1,2 miliardi attuali, fino a 2,5 miliardi di abitanti", ha sottolineato Borrell. "Un'Africa più democratica e prospera" rappresenta "non una minaccia, ma un'opportunità" e il fulcro del nuovo Piano Africa è proprio "esplorare e approfittare delle immense opportunità che la crescita attuale e futura rappresenta il continente". Nel citare le previsioni della Banca Mondiale, il capo della diplomazia spagnola ha ricordato che l'Africa avrà bisogno di generare 900 milioni di posti di lavoro nei prossimi 30 anni per assorbire la grande crescita demografica e che è necessario "combinare tutti gli strumenti a disposizione per "contribuire in modo significativo". Borrell ha ricordato che l'80% dei flussi migratori sono intra-africani" e che, per far fronte alle sfide dei movimenti migratori, "la chiave è lavorare con gli africani per promuovere la crescita e lo sviluppo sostenibile e la loro capacità di gestione dei flussi, con l'obiettivo finale che possano continuare ad assorbirli con esito crescente".